A 29 anni Edouard Mendy ha vinto la Champions League. La consacrazione di quest’anno col Chelsea ha però un retroscena molto più travagliato. Per aspera ad astra, così si riassume la sua carriera.
“Non sei bravo abbastanza”– Nel 2006 Mendy gioca nelle giovanili del Le Havre. Al termine della sua unica stagione si sente dire una cosa aberrante per un ragazzino di 14 anni; i dirigenti infatti gli dicono che non avrebbe più giocato la stagione successiva. Sarebbero arrivati altri portieri, a loro detta più forti, e congedano Edouard con un “Non sei bravo abbastanza”. Oggi ci ricorda: “È stato come uno schiaffo. Il primo, e mi ha fatto davvero male. Perché era il club della mia città, dove volevo fare successo. Rendere fiera la mia famiglia, il mio quartiere, il mio mondo”.
“Non c’è sensazione peggiore di quella di rendere triste i propri genitori. I loro visi… Mi sono detto: non è possibile. Devo ridargli il sorriso“
-Edouard Mendy
Truffato– Ma non si da per vinto, e nel 2011 è il terzo portiere del Cherbourg, militante nella terza serie francese. La squadra però lotta sempre per non retrocedere. Nel 2014 la squadra ha bisogno di punti per salvarsi, una sconfitta contro il Boulogne-sur-Mer equivarrebbe alla retrocessione matematica. Con un 2-0, ironia del caso il secondo gol lo segna un certo N’Golo Kanté, il Cherbourg sprofonda nella quarta serie. La società garantisce a Mendy il posto da titolare per le ultime tre partite, e per la stagione successiva; ma questo se solo avesse rinnovato il contratto per almeno un anno. Qui però interviene un agente, che gli promette un futuro in Premier. Di fronte al bivio di giocare in quarta serie o in Premier, Edouard accetta scioccamente, lasciandosi beffare dall’agente, il quale sparisce nel nulla.
“Che cerchi?”
“Un club, perché sono un calciatore”
“Ah, ma noi mica possiamo aiutarti!”
-Il colloquio tra Mendy e un impiegato per trovare lavoro.
Incertezze e rinascita– Rimasto senza squadra, non trova occupazione. La madre gli consiglia di andare al centro per l’impiego, ma nulla da fare, non possono aiutare uno che cerca un club di calcio. Intanto la compagna rimane incinta, il che lo costringe a rifiutare un contratto da 900 euro mensili in lega dilettantistica; lo stipendio è troppo basso per mantenere la famiglia. Ma nel mentre sta per accettare l’offerta di un amico per gestire le finanze di un negozio di abbigliamento, un suo ex compagno del Cherbourg gli fa una proposta. Egli infatti ha sentito che Dominique Bernatowicz, responsabile dei portieri della squadra riserve dell’Olympique Marsiglia, sta cercando una quarta scelta. Mendy il provino lo passa, e così inizia il suo riscatto. Sull’orlo della miseria, quel passaggio in seconda divisione è una ventata di aria fresca che gli dona nuove energie e speranze.
Reims e Rennes– Nel mentre migliora nel periodo all’OM 2, nel 2016 si fa avanti il Reims, anch’esso militante in seconda lega, ad offrirgli un posto come secondo portiere. Ma già dal secondo anno, scardina i vertici e diviene titolare. Con lui a difendere la porta il Reims vince la seconda divisione, e anche l’anno successivo diviene un pezzo fondamentale per la squadra, che si classifica sorprendentemente all’ottavo posto. Alla porta di casa arrivano a bussargli i dirigenti del Rennes, fresco vincitore della Coppa di Francia. La stagione d’esordio coi rossoneri è impressionante: la squadra arriva al terzo posto, record di sempre. Ma la stagione dopo viene venduto al Chelsea su consiglio di un portiere sia dei Blues sia del Rennes: Čech.
L’Inghilterra e la Champions– 6 anni prima un agente aveva promesso a Mendy che avrebbe giocato in Premier. Ora, dopo quella truffa che lo portò sul lastrico, è davvero arrivato in Premier. Preso come rimpiazzo del deludente Kepa, Mendy porta una sicurezza impressionante sul lato difensivo. Grazie a lui e alle sue parate il Chelsea arriva in finale di Champions League. Ed Edouard, proprio come il leggendario portiere dei Blues Čech nel 2012, può sollevare al cielo la Coppa Campioni. Dall’inferno al paradiso, tutto con un unico obbiettivo: sfondare nel mondo nel calcio. Questa è la storia di chi, credendoci, ce l’ha fatta; questa è la storia di Edouard Mendy.
Nico Foglieni, giovane giornalista con la passione per il calcio.