Mancavano solo i gavettoni, a San Siro, per far sì che tutto combaciasse con il clima da ultimo giorno di scuola tra due squadre che poco avevano da chiedere ancora a questo campionato. L’Inter in realtà aveva due sassolini da togliersi: superare quota 90 punti, seconda volta nella storia dopo i 97 del 2006/07, e battere l’unica squadra con cui non aveva vinto, l’Udinese.

I nerazzurri, di fronte a un pubblico di mille fortunati, non mancano l’impresa con la complicità dei bianconeri, remissivi e già con la testa in vacanza. La partita dopo otto minuti è già indirizzata: Young serve Lautaro che si gira in area e calcia, la deviazione del difensore favorisce lo stesso esterno inglese bravo a seguire l’azione e a battere Musso.

A parte le scintille tra Lautaro e Becao e l’infortunio di Sensi al 37′, accade poco o nulla fino al gol del 2-0: fallo su Gagliardini e punizione di Eriksen dalla mezza luna che, potente e forse deviata, si insacca alle spalle del portiere dei friulani.

Nel secondo tempo c’è spazio per l’esordio di Padelli che rileva Handanovic, in campo oggi per battere il record di presenze di Zenga. Al 10′ Hakimi, uno dei pochi titolari rimasti in campo, si procura un rigore che Lautaro realizza prima di essere sostituito dal suo fratello acquisito Lukaku.

Perisic al 19′ firma il poker quando, servito da Vecino, fredda Musso con un bellissimo destro in corsa che trova il giro giusto. Lo stesso Vecino ispira anche l’azione del 5-0: l’uruguagio serve dentro Lukaku che manca clamorosamente il pallone, sopraggiunge Alexis Sanchez che tenta la prodezza a giro da posizione defilata ma colpisce la parte interna del palo, sul rimpallo tuttavia il belga è il più lesto di tutti e ribadisce in rete.

L’Udinese riesce a segnare il gol della bandiera a dieci minuti dal termine su rigore procurato da Eriksen con un fallo di mano: Pereyra dal dischetto non fallisce e fissa il risultato sul definitivo 5-1.