Poche idee, una Roma che fa cose giuste e fatte bene e una formazione decisamente opinabile hanno decretato la fine di una stagione da archiviare per la Lazio. Analizziamo questo Roma-Lazio dallo stesso sapore di quest’annata biancoceleste: scialbo, insipido e assolutamente dimenticabile.
La Partita
Una Lazio scesa in campo senza più alcuna motivazione europea gioca un derby per non sfigurare, e non ci riesce neppure a pieno. Il canovaccio della partita dei biancocelesti è più o meno lo stesso per 70 minuti: palla lunga e pedalare. In campo lo sanno tutti, ma l’unico a non averlo capito pare essere Vedat Muriqi, clamorosamente dal primo minuto e preferito a Felipe Caicedo. Il kosovaro infatti non riesce praticamente mai ad ottenere palle in profondità con ottimi movimenti, fatta eccezione per l’unico gol della Lazio, annullato per fuorigioco e segnato proprio dall’ex Fenerbache.
Il primo tempo della Lazio tutto sommato non è neppure così male. Con i lanci lunghi di Acerbi in primis riesce ad impensierire una difesa giallorossa non sempre impeccabile, che però è sempre abile a mettere delle toppe dove deficita di più. Ottimi primi quarantacinque anche per Milinkovic, che nonostante la frattura del setto nasale rimediata contro la Fiorentina riesce a giocare una buona fetta di partita di grande pulizia. Leiva continua ad essere un’importante metronomo e diga per la squadra, mentre Lulic dimostra per l’ennesima volta di non poter essere più un titolare. Capitan settantuno esce dopo sessanta minuti e pochissimi palloni giocati ottimamente ma su quella fascia sinistra Inzaghi non può che arrangiarsi, avendo come sostituto Fares. Male, troppo male purtroppo anche Immobile, poco trovato e poco propositivo, praticamente sempre in fuorigioco o in zona ombra.
Crollo biancoceleste
Il gol primo della Roma nasce da un brutto errore dell’ultimo dal quale te lo aspetteresti: Francesco Acerbi. Dzeko, con grande perspicacia, riesce a passare dentro al trentatré biancoceleste, appoggiando dietro un pallone a Mkhitarian che deve solo appoggiare in rete. Quarantaduesimo minuto e uno a zero Roma: cinismo, abilità, poche cose ma fatte bene e con precisione. Bruttissima partita per il classe ’88, che non riesce praticamente mai ad addomesticare Dzeko, il quale anzi lo costringe anche al doppio giallo. Con l’espulsione all’ottantasettesimo minuto sicuramente la peggior partita della stagione per il centrale biancoceleste.
Dopo il 73′, minuto che coincide con il doppio cambio di Inzaghi, la Lazio crolla definitivamente. La trazione anteriore immaginata dal tecnico piacentino non riesce nel migliore dei modi. I subentrati Caicedo e Fares infatti non toccano quasi mai il pallone, e nel caso dell’esterno algerino le poche volte in cui la tocca fa spesso un regalo alla Roma, regalando palla e permettendo la ripartenza. Dopo cinque minuti arriva il raddoppio della Roma con Pedro, che con un mancino micidiale batte Reina sulla sua destra e da fuori area. Gol stupendo e partita in ghiaccio. Altri dodici minuti basteranno alla Roma per gestire con tranquillità e a Dzeko (migliore in campo) per uscire e prendersi la standing ovation dei suoi.
Ora la Lazio deve archiviare tutto e ripartire da zero. Rinnovo di Inzaghi, mercato all’altezza e preparazione mentale saranno fondamentali il prossimo anno per conquistare la continuità in Champions. Ora come ora questa stagione può essere solo utile per apprendere gli errori e non ripeterli. Quello che è certo è che alla Lazio aspetterà un estate di fuoco.
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Studente del liceo classico; amante dello sport e del calcio, argomenti che ho sempre cercato di trattare con rispetto e dettagliato. Scrivo per CalciofemminileItalia e sono l’autore del romanzo dal titolo “Il Dio del Pallone“. A chi mi chiede che cos’è per me il calcio rispondo: “Una religione”.