Come era successo a Roma, l’Atalanta decide di farsi del male con due episodi che risultano decisivi ai fini del risultato finale e che, di fatto, consegnano aritmeticamente lo scudetto all’Inter: la scellerata espulsione al ’21 di Gollini per una sconsiderata ed inutile uscita su Boga; e soprattutto il rigore, prima procurato, e poi fallito da Muriel che avrebbe consentito l’allungo, forse, decisivo in zona Champions. Rigore che, tra l’altro, aveva ristabilito la parità numerica al minuto 74 grazie all’espulsione di Marlon.
Fino all’espulsione di Gollini la partita era stata equilibrata, con le due squadre che si caraterizzavano per il loro consueto canovaccio: fitto palleggio per il Sassuolo, pressing feroce ed aggressivo per la Dea. La gara, dunque, come da pronostico, risultava piuttosto gradevole.
Dopo l’episodio dell’espulsione di Gollini, l’Atalanta si ricompatta con un 3-4-1-1, con Pessina che lascia spazio a Sportiello e con Malinovskyi e Zapata pronti a battagliare con Chiriches e Marlon. L’organizzazione, il coraggio e la ferocia della Dea trovano sbocco nello splendido gol del vantaggio, firmato sull’asse Malinovskyi- Gosens, con quest’ultimo abile a superare in allungo Consigli. Da sottolineare lo strepitoso stato di forma del trequartista ucraino. Lo stesso Gosens, ha sui piedi l’occasione del clamoroso 2-0 ma spreca.
A inizio ripresa De Zerbi cambia Chiriches e Obiang per Raspadori e Ferrari, soprattutto per preservarsi la superiorità numerica, essendo i due già ammoniti. I due cambi portano benefici. La manovra è più fluida, grazie alla maggiore intraprendenza di Raspadori.Al ’52 altro episodio chiave: Toloi attera leggermente Traore’, per Pairetto ci sono gli estremi per il calcio di rigore. Dal dischetto Berardi non lascia scampo a Sportiello.
Da questo momento in poi, è il Sassuolo a fare la partita, con un’Atalanta provata dall’inferiorità numerica ma tutto sommato la Dea non corre rischi, anzi riesce spesso ad organizzare pericolose ripartenze. Al ’74 Muriel brucia Marlon sullo scatto, rigore e doppio giallo per il difensore neroverde ma dal dischetto il colombiano si lascia ipnotizzare da Consigli.
Finisce con un pareggio che serve a poco per il Sassuolo, soprattutto per aver giocato in superiorità numerica per più di sessanta minuti; per l’Atalanta il rimpianto del rigore sbagliato da Muriel, un pari insomma che scontenta entrambe.
