Abbiamo intervistato in esclusiva Vicente Azpitarte, giornalista spagnolo, biografo di Modric, nonché personaggio molto attivo su Twitter.
Cosa ne pensa della Superliga?
“Penso che sia un format interessante. Siamo in un momento in cui lo spettatore cerca il più alto livello possibile di difficoltà e spettacolarità in un evento sportivo e la Superliga si propone di offrire questo tipo di format”.
Crede che il progetto vada ancora avanti?
“Leggiamo notizia sulla Superlega da più di un decennio, ma il passo che è stato fatto ora sembra definitivo. Vedremo il calcio d’inizio della Superlega molto presto“.
È d’accordo con la mossa di Florentino Perez e Andrea Agnelli?
“Sono d’accordo che il calcio mondiale abbia bisogno di essere ridisegnato: i calendari delle nazionali sono una vera aberrazione, le entrate derivanti dalla disputa o dalla vittoria della UEFA Champions League sono vergognose e l’imposizione di dover giocare nei Paesi emergenti non ha senso. Capisco che Florentino Perez e Andrea Agnelli siano stufi di permettere un calendario così folle“.
Cosa ne pensa della partecipazione dell’Inter tra le 12 squadre?
“Non ha alcun senso per me. Squadre come l’Ajax o il Bayern hanno più coppe europee e non fanno parte di questo club selezionato. È come se Marsiglia, Stella Rossa o Steaua Bucarest dovessero essere lì per una volta che sono riuscite a vincere un titolo europeo. Nella Superlega devono figurare le squadre migliori, le leggende europee, le squadre che muovono più tifosi in tutto il mondo e soprattutto che soddisfano i loro impegni finanziari. L’Inter non si distingue in nessun aspetto dei precedenti. Siamo già di fronte a quello che sarà il Chievo della Superliga“.
Quali sono gli scenari e si raggiungerà un accordo con la UEFA?
“Hanno avuto abbastanza tempo per raggiungere accordi e non l’hanno fatto. La rottura sembra totale. La risposta dell’UEFA è ancora peggiore dello scenario attuale: offrono di passare da 32 a 36 paesi nella loro futura Champions League. Non hanno capito niente. Hanno perso da tempo il contatto con la realtà“.
E le competizioni nazionali?
“Sono ancora fondamentali. Continueranno ad avere il loro posto nel fine settimana e continuerà ad esserci competizione tra Madrid e Barcellona o Juve e Milan. Penso che continueranno ad essere attraenti come lo sono state finora“.
Pensa che sia giusto che squadre come Atalanta, Siviglia, Valencia, Real Betis, Napoli e Roma siano escluse a priori?
“Mi dispiace per le squadre spagnole di cui mi chiede, ma penso che chiunque capirebbe che la loro dimensione e la loro storia non sono paragonabili a quelle delle grandi squadre in Europa. Continueranno a competere nei campionati nazionali e a giocare nei campionati europei che emergono in parallelo. C’è posto per tutti. Dobbiamo anche vedere cosa succede con i cinque posti che rimangono da definire per merito“.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione