In ricordo di Piermario Morosini

Sono passati 9 anni da quel maledetto giorno in cui Piermario Morosini è stramazzato al suolo nella partita tra Pescara e Livorno. Il 14 aprile è una data che, purtroppo, gli appassionati di calcio non potranno mai dimenticare.

Piermario Morosini era l’opposto dello stereotipo del calciatore menefreghista e che fa la bella vita. Dopo la morte dei genitori e del fratello, si è fatto carico da solo della sorella Maria Carla, disabile. “Spesso mi sono chiesto perché sia capitato tutto a me, ma non riesco mai a trovare una risposta e questo mi fa ancora più male. Però la vita va avanti“…

Cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, il suo allenatore alla Primavera Giancarlo Finardi ricorda un aneddoto. “Prima di una finale con la Roma avevo chiesto ai tre giocatori, che avevano portato la fascia da capitano durante tutta la stagione, chi dovesse indossarla in quella partita così importante. E tutti e tre avevano fatto il nome di Piermario“.

Grazie alla sua abnegazione, Piermario Morosini è arrivato in prima squadra e a giocare nell’under 21. Ha trascorso la maggior parte della sua carriera in Serie B fino a quel maledetto giorno. Quel 14 aprile in cui, a seguito di una crisi cardiaca, ha provato a rialzarsi ma è rimasto a terra. Scene terribili. Schiattarella che piangeva, Verratti che si metteva le mani in testa, i medici disperati.

Poco prima delle 17 il cuore di Piermario Morosini ha smesso definitivamente di battere. Quel giorno allo stadio Adriatico mancava un defibrillatore. Ci fosse stato, sarebbe stato possibile salvare la vita del ragazzo. Quell’arresto cardiocircolatorio mise fine alla vita di quel ragazzo di soli 26 anni a cui la vita aveva riservato già troppi dolori.

Piermario Morosini è morto sul campo di battaglia, come successo purtroppo ad altri calciatori. Vite spezzate troppo presto da un destino infame e crudele. Piermario è ricordato perennemente da tutte le sue squadre. Il suo ricordo continua indelebile nei cuori di tutti gli appassionati. Piermario è corso Lassù per un abbraccio divino ai suoi familiari andati via anche loro troppo presto.