Euro 2020 a Roma: il dado è tratto

L’Italia avevano già subito una delusione con le Olimpiadi a Roma. Ma oramai per gli europei di calcio alea iacta est, il dado è tratto. Quattro partite di Euro 2020 si giocheranno nella capitale, compresa quella inaugurativa.

Quella che sembrava essere una tragedia sofoclea si è rivelata una commedia dal lieto fine. L’Italia ha dato l’ok per disputare le 4 partite di Euro 2020 prefissate allo Stadio Olimpico di Roma. Saranno almeno 18.174 i posti disponibili, esattamente un quarto della capienza massima dell’impianto capitolino. Si partirà l’11 giugno con la partita di inaugurazione, Italia-Turchia, ore 21. La data successiva sarà il 16, dove gli azzurri affronteranno la Svizzera di Petković, sempre alle 21. L’ultima partita della fase a gironi sarà invece giocata il 19 giugno, alle ore 18 contro il Galles. La quarta partita è invece ancora da stabilire, essendo valevole per i quarti di finale. L’orario sarà sempre alle 21.

Aleggiava pessimismo durante i giorni scorsi relativamente al via libera del governo. Dovevamo dare una risposta prima del 19 aprile, termine ultimo per il rimborso dei biglietti. In pochi immaginavano che l’Italia sarebbe riuscita a dare una risposta certa in termini di prospettive. La UEFA chiedeva chiarezza dunque, il CTS in questa occasione non è riuscito a darla come non riesce da un anno e mezzo a questa parte. I contagiati salgono e scendono, le terapie intensive pure e le vaccinazioni giornaliere non riescono a crescere. Troppe variabili da calcolare evidentemente per dei professionisti che sono però profumatamente pagati per farlo. Non si sono trovati nella nostra stessa situazione Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, che riescono a sopravvivere anche senza un comitato tecnico di scienziati che spesso si travestono da politici. Veste peraltro, che non gli si addice affatto.

Tutto è bene quel che finisce bene comunque. Ha deciso il governo, che nella persona del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali ha comunicato via pec il proprio, determinante, ok per Euro 2020 a Roma al numero uno della FIGC Gabriele Gravina.

“Il Governo rinnova formalmente l’impegno per lo svolgimento dell’evento in Italia, garantendo la predisposizione di ogni misura organizzativa diretta ad assicurare la partecipazione di una quota di spettatori pari ad almeno il 25%”.

Vezzali a Gravina tramite pec.

Il tempo scarseggiava, il governo ha parlato: Euro 2020 in Italia s’ha da fare. Almeno il 25% della capienza massima all’Olimpico quindi. Poi tampone, passaporto vaccinale o garanzia di aver contratto il COVID e aver sviluppato gli anticorpi per presentarsi allo stadio. In barba a quelli che: “gli stadi devono restare chiusi e punto”. Il calcio, per la cronaca, fattura 5 miliardi l’anno, ne fa girare 9 e da lavoro a circa mezzo milione di persone. Dare priorità a chi ha più bisogno è giusto, dimenticarsi di chi ne ha meno decisamente no.

Ringrazio dunque chi si è dimostrato decisivo per sancire questo giorno “di ripartenza” citando proprio Valentina Vezzali. Troppi mesi che noi tifosi del calcio soffrivamo, chiusi in casa tutte le domeniche per più di un anno. Molti italiani vivono per il calcio e il calcio va avanti anche grazie ai suoi spettatori. Per tante persone i novanta minuti allo stadio valevano una intera settimana. Molti hanno sofferto durante quest’anno di pandemia, in pochi non hanno avuto un attimo di tregua. Eppure siamo rimasti 401 giorni senza stadio la domenica, non facendo un fiato. Ora però ci è stato dato quello che meritavamo. Ora il calcio italiano e i suoi tifosi hanno vinto. Risentiremo finalmente rimbombare l’urlo dopo l’inno degli Azzurri e di chi li supporta nella nostra Capitale. E guai a chi fiata: dopo un anno, ve lo assicuro, abbiamo il coltello fra i denti.