La Juve avrebbe chiesto ai calciatori di rinviare al prossimo bilancio il pagamento degli stipendi di marzo sulla scia di quanto avvenuto la scorsa primavera. Per supportare il bilancio serviranno anche circa 100 milioni di plusvalenze.

Hanno venduto questa notizia come un qualcosa di sensazionalistico. In realtà è la naturale evoluzione della situazione covid. C’è da dire che interessa un po’ tutte le squadre che hanno un certo fatturato, determinate spese e una certa posizione finanziaria netta (da non confondere con il rosso, che pure è presente).

I costi degli stipendi sono altissimi e vanno ridotti. In situazioni normali, ovvero senza pandemia, con i ricavi da stadio e maggiori introiti dalla Champions, la Juve avrebbe perfettamente gestito la situazione. Tuttavia, come tantissime squadre, anche i bianconeri hanno richiesto di rimandare il pagamento degli stipendi di marzo.

A giugno saranno necessarie plusvalenze. Oltre ad alcuni “artifizi contabili” (perfettamente leciti), i bianconeri dovranno cedere un pezzo pregiato entro il 30 giugno. Solo da luglio potranno poi acquistare. Discorso elementare, già previsto da tempo, ma che viene spacciato per una cosa clamorosa.

Chiaro che se i bianconeri fossero andati lontano in Champions la situazione sarebbe stata meno pesante. Tuttavia ribadiamo che è uno scenario perfettamente normale in questo contesto di pandemia.