Antognoni, il ragazzo che giocava guardando le stelle

Giancarlo Antognoni in maglia azzurra - foto dal web
Ultima bandiera di un calcio romantico, Giancarlo Antognoni compie oggi 67 anni. Sarà sempre «il ragazzo che gioca guardando le stelle», come lo definì il giornalista di Tuttosport Vladimiro Caminiti dopo la partita d’esordio con la Fiorentina.
Campione del Mondo in Spagna nel 1982, resta indimenticabile la splendida cavalcata azzurra terminata per lui in semifinale con la Polonia, con il dispiacere di non poter giocare la partita decisiva con la Germania a causa di un infortunio.
Antognoni: gli esordi
Nato a Marsciano il 1° aprile del 1954, suo padre Gino gestiva un bar a Perugia, sede di un Milan club.
Cresciuto nel mito di Gianni Rivera, Giancarlo Antognoni tira i primi calci al pallone giocando nella San Marco Juventina.
«È sempre intatto nella mia mente il campo in cui si giocava, a Prepo. Era un campo sterrato, ma per noi bimbi era un sogno poterci giocare. Sono andato via da Perugia quando avevo 15 anni, ma ogni volta che passo da quelle parti il ricordo riaffiora sempre», ha raccontato il campione in una intervista.
Centrocampista di grandissima classe, bandiera storica della Fiorentina – di cui oggi è dirigente sportivo – a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta Antognoni ha incantato le platee, unendo e dividendo le tifoserie come solo i “grandi” sanno fare. Divenne idolo assoluto dei tifosi viola, con i quali esiste ancora oggi un connubio indissolubile.
Il Signore di Firenze
La carriera di Giancarlo Antognoni inizia nella squadra piemontese dell’Asti Ma.Co.Bi. in serie D.
Si innamora di lui giovanissimo l’allora presidente della Fiorentina Ugolino Ugolini che lo porta a Firenze per 435 milioni di lire. L’esordio in serie A è datato 15 ottobre 1972 a Verona, con la maglia numero 8.
Sandro Ciotti, che di quella gara è radiocronista, esclama: «Oggi ho visto esordire un campione».
Il giorno dopo il calciatore viene elogiato da tutta la stampa sportiva. Il Corriere dello Sport gli dedica il titolo parlando di «un giovanissimo Rivera». Antognoni, da quel momento, diventerà “il Signore di Firenze” e i signori del calcio, si sa, hanno solo un numero: il 10.
Il fuoriclasse gioca nella Fiorentina dal 1972 al 1987, realizzando il record di 61 reti in 341 presenze. Con la maglia viola tante furono le soddisfazioni personali, anche se poche le vittorie. Tra queste la Coppa Italia del 1974-75 e la Coppa Anglo-Italiana del 1975-76.
«Ho vinto soltanto una Coppa Italia ma l’amore di Firenze nei miei confronti vale più dei trofei che avrei potuto alzare con altre squadre» – racconterà.
Antognoni in nazionale
Ambidestro dal talento straordinario, Antognoni calciava meravigliosamente sia di destro che di sinistro.
Il debutto in Nazionale avviene nel 1974, all’età 20 anni, fortemente voluto dal ct Fulvio Bernardini.
Con la maglia azzurra realizza 73 presenze e 7 gol complessivi. Disputa i Mondiali del 1978 e gli Europei nel 1980. Dopo il titolo mondiale nel 1982 gioca l’ultima gara in Nazionale il 16 novembre 1983, contro la Cecoslovacchia. Ha indossato quattro volte la fascia di capitano azzurra.
I gravi infortuni e il ritiro
La sua carriera è segnata da terribili incidenti. In uno di questi rischiò di morire. Il 22 novembre 1981, in uno scontro di gioco con il portiere del Genoa Silvano Martina, riporta una frattura alle ossa craniche e una temporanea interruzione del battito cardiaco. Viene salvato dal pronto intervento del medico sociale rossoblù Prof. Pierluigi Gatto che, con l’aiuto di Ennio Raveggi, massaggiatore dei viola, riattivò le funzioni respiratorie e il battito del giocatore.
Tre anni dopo, durante la gara Fiorentina-Sampdoria, si procura la frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra. Salta quasi interamente la stagione 1984-85 e iniziano i dissapori alcuni allenatori e con l’allora proprietà della Fiorentina. Da qui la decisione, nel 1987, di trasferirsi al Losanna in Svizzera, dove disputa ancora due stagioni.
Il 25 aprile 1989 Antognoni lascia il calcio giocato. Per la sua gara di addio si stiparono, in uno stadio in rifacimento per i mondiali di Italia 90, 40.000 tifosi, ai quali la leggenda viola regalò l’ultimo giro di campo.
Incarichi manageriali
Negli anni Novanta, sotto la gestione Cecchi Gori, Antognoni torna da dirigente portando a Firenze giocatori del calibro di Rui Costa, Toldo, Effenberg, Laudrup. Negli anni a seuire lavorerà con le nazionali giovanili della Federcalcio e sarà a capo delegazione dell’Italia-Under 21. Dal giugno 2017 è Club Manager della Fiorentina.
Campione dalle spiccate doti tecniche e di visione, di lui resta forte il ricordo delle falcate lievi, contrassegnate da un’energia spavalda unita ad una eleganza imperiosa, raramente vista sui campi di calcio.
Giancarlo Antognoni è stato uno dei primi grandi numeri 10 del calcio italiano, un vero sognatore che accelerava a testa alta, esempio unico di tutti i tempi nella storia universale del calcio.
