Oggi, 82 anni dalla nascita del Lanzichenecco Schnellinger

Combattenti al servizio di nessuna bandiera, soldati invincibili, rudi e senza pietà. Questo l’identikit dei lanzichenecchi, i mercenari che secoli addietro spaventavano tutta l’Europa. Eppure, a 82 anni esatti dalla sua nascita, è bene ricordare il più famoso e temuto lanzichenecco del calcio, un mix di potenza, velocità e durezza nei contrasti che rendevano la vita difficile ad ogni attaccante che passasse dalla sua fascia sinistra: Karl-Heinz Schnellinger. 

Il ragazzo vola– Fin da piccolo il sogno di Karl è quello di fare il pilota d’aerei, ma nel mentre aspetta di essere abbastanza grande per volare, si diletta giocando a calcio nella squadra della sua città: l’SG Düren 99, giocando come terzino sinistro. I professori cercano di dissuaderlo, dicendo che il calcio non lo avrebbe mai portato da nessuna parte, consigliandogli piuttosto di impegnarsi negli studi. Ma intanto Schnellinger vola, con la velocità di un aereo bellico, sulla sua fascia sinistra, tra progressioni offensive e interventi difensivi che, senza scrupoli, strappano il pallone ad ogni punta. La sua bravura aumenta, e a 19 anni, il Colonia lo acquista, questo è solo il preludio della sua ascesa.

Un prodigio dell’Oberliga– Al momento del suo passaggio al Colonia il campionato tedesco è diviso in 5 territori; Karl milita nel campionato occidentale, dove, guidando la difesa dei Caproni, vince per 4 volte consecutivamente (dal 1960 al 1963) il campionato dell’ovest, e nel 1962 corona pure il sogno di sollevare al cielo il campionato nazionale. Nei suoi 5 anni di permanenza acquisisce esperienza e migliora dal punto di vista difensivo, tant’è che alcune società puntano il 24enne. 

Benvenuto in Italia– La prima squadra ad accaparrarsi le prestazioni del terzino tedesco è la Roma, che immediatamente gira il giocatore in prestito al Mantova, per mandarlo a farsi le ossa. Tra le fila dei Biancorossi disputa un ottimo campionato, portando la sua squadra alla salvezza. I dirigenti della Roma non esitano quindi un secondo a riportare nella capitale Schnellinger. Nel settembre del ‘64 gioca e vince la finale di Coppa Italia contro il Torino, in quella che però sarà una stagione anomala, terminata al nono posto, della Roma, vessata anche dalla crisi finanziaria. I capitolini, per far cassa, devono vendere alcuni giocatori, tra cui lo stesso Karl-Heinz Schnellinger. 

Diavolo tedesco– Alla porta di casa dei Giallorossi si presenta il Milan, intenzionato ad acquistare il mastino tedesco. L’affare va in porto e Karl diventa un diavolo rossonero. Inizia quindi così il capitolo più brillante della sua carriera, sia per i trofei vinti e sia la fama di invalicabile, ma pulito, terzino. Sotto la Madonnina del Duomo i successi non tardano ad arrivare, con i Rossoneri infatti vince in Italia 3 Coppe Italia, 1 campionato.

Alla conquista del mondo- Ma è il 1969 l’anno da ricordare, quando, al Bernabeu, i Rossoneri vincono la finale di Coppa Campioni per 4-1 contro l’Ajax di Cruyff. Il Milan è quindi campione d’Europa, accedendo quindi alla Coppa Intercontinentale, dove a sfidarli c’è l’Estudiantes . Se all’andata i Diavoli vincono facilmente per 3-0, al ritorno pure il temuto e invalicabile Lanzichenecco Karl deve arrendersi ad un arbitraggio scandaloso. Gli argentini infatti picchiano chiunque per tutti i 90 minuti. Alla fine però la sconfitta per 2-1 non impedisce al Milan di vincere la coppa. Al palmares di Schnellinger vanno poi aggiunte 2 Coppe delle Coppe vinte nel ‘68 e nel ‘73.

La partita del secolo– In tutti i suoi 82 verrà sempre ricordato dai più per un singolo giorno, per una singola partita. È il 17 giugno 1970, e allo stadio Azteca si gioca la semifinale del mondiale messicano tra Italia e Germania Ovest. I primi 90 minuti sono noiosi. Infatti, dopo il vantaggio di Boninsegna all’ottavo minuto, gli Azzurri sono chiusi in difesa. La partita sembra destinata a chiudersi così, quando, al 93’, sul cross di Grabowski si fionda in spaccata proprio Karl. Con la sua rete da il via agli spettacolari tempi supplementari di quella leggendaria partita terminata per 4-3 a favore dell’Italia. 

Difensore arcigno, insuperabile, tanto duro quanto pulito nei contrasti (4 gialli e 0 rossi collezionati in totale nella sua carriera). Prima di affrontarlo gli avversari si dovevano fare il segno della croce, perché davanti avevano il solo e unico Lanzichenecco Karl-Heinz Schnellinger