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Udinese-Lazio è sempre stata una partita favorevole ai biancocelesti, eccetto che in questa stagione. Attenzione, guai a chi credeva che la Lazio sarebbe passata sopra all’Udinese di Gotti. I friulani sono forti, ermetici in difesa e spesso pericolosi in attacco, ne hanno avuto prova i biancocelesti oggi.

Primo tempo: Lazio all’arrembaggio

La Lazio sa bene come l’Udinese sia una squadra da non sottovalutare e approccia la partita nel primo tempo con il giusto atteggiamento: attaccando. Era facile da aspettarsi una partita con ripartenze dell’Udinese e biancocelesti in possesso del gioco, ma non scontato. Simone Inzaghi decide di schierare la coppia in attacco Immobile-Muriqi proprio per cercare di concentrare tutta la potenza di fuoco sulla porta di Musso. Immobile inoltre è solito giocare con una punta di peso affianco, essendo abile a sfruttare tutti i palloni sporchi trasformandoli in oro (vedi le prestazioni con Caicedo in coppia).

A scuotere la partita non sono subito gli attaccanti però, o almeno non direttamente. Al decimo minuto Luis Alberto prova la conclusione, e sarà Immobile sulla ribattuta a mancare il tap-in. La seconda occasione per i biancocelesti è timbrata Sergej, che aiutato da una deviazione in area conclude di destro sfiorando il palo di destra.

Durante tutti i primi quarantacinque la Lazio colpisce ben undici volte verso la porta, centrandola quattro e segnando anche il gol dell’uno a zero con frisbee Marusic, autore di un super gol. Luis Alberto, dal quale passano tutti i palloni delle azioni biancocelesti, confeziona un velo geniale per il montenegrino, che dopo essersi accentrato insacca all’angolino il pallone al minuto trentasette.

L’Udinese però non sta di certo a guardare, e si rende velenosa con diverse ripartenze magistrali giostrate dal solito direttore d’orchestra: Maestro Rodrigo De Paul. I biancocelesti battono innumerevoli calci d’angolo durante la partita, e nonostante il vellutato piede di Don Luis Alberto non riescono mai a impensierire veramente la formazione di Gotti (unica squadra a non aver mai subito una rete da calcio d’angolo in Serie A). Questo è la prova del fatto che l’Udinese sa difendere e sa farlo bene, anche da fermo. Sicuramente i centimetri dei suoi calciatori, Llorente su tutti, aiutano. Lo stesso ex Napoli si rende protagonista di una grande occasione per i suoi, colpendo di testa potente ma tra le braccia di Reina (36′ minuto). Non è l’unico brivido della Lazio, che nell’ultima azione dell’Udinese costringe Reina ad un vero e proprio miracolo su Larsen a botta sicura.

Secondo tempo e Udinese che fa la partita

Udinese-Lazio per Inzaghi vuol dire soffrire. Questo è quello che spesso accade, e oggi ne abbiamo avuto l’ennesima prova. Spesso capita di voler con tutto noi stessi essere una mosca per sapere quello che si dicono i calciatori nell’intervallo, ma oggi sarebbe stato davvero interessante capire cosa avrà mai ordinato Gotti ai suoi. L’Udinese scende in campo e sembra replicare la partita che ha fatto la Lazio nel primo tempo. Tantissime occasioni per i bianconeri e un vero e proprio assedio nei minuti finali portano la Lazio a fare oro di questi tre punti.

Tanto lo sappiamo tutti chi ha fatto la partita dell’Udinese in questo secondo tempo, il metronomo col futbòl nel sangue: Rodrigo De Paul. Prende la sua squadra e la trasforma con l’aiuto di un altro niente male, Tucu Pereira. E’ loro la combinazione che porta al primo palo della partita, scambio in un fazzoletto e destro che rimbalza davanti a Reina. Palo scheggiato e il trentottenne spagnolo che tira un sospiro di sollievo. A proposito, se i biancocelesti sono riusciti a gestire questi secondi quarantacinque con dignità lo devono sopratutto grazie a Pepe Reina, lo sweeper-keeper per eccellenza.

La sua totale calma serafica nel gestire le situazioni con passaggi oltremodo illuminanti è quasi inspiegabile, e il fatto che la passi anche a tutto il reparto di difesa è solamente sensazionale. Sicuro ad uscire, rapido a far ripartire i suoi e agile nelle reazioni. Personalmente credo sia il motivo per il quale la Lazio si trovi lì, e per il quale Inzaghi ancora spera nella Champions.

Troppi cali fisici nei secondi tempi per i biancocelesti però, che portano a rischiare troppo e sbagliare anche spesso con banali errori di valutazione. Vero è che la società non ha aiutato molto col mercato invernale: Musacchio nella difesa a tre proprio non va bene, e oggi per poco non regala il rigore ai padroni di casa. Non è riuscito a riscattare le innumerevoli prestazioni da sei meno Vedat Muriqi. Il pirata sembra proprio non riuscire a girare nella Serie A, e l’unica cosa che fa, senza riscontrare peraltro nemmeno troppo successo, è difendere il pallone. Esce al 66′ per Akpa Akpro e si siede malinconicamente in panchina.

L’Udinese il pareggio lo avrebbe meritato, poco da girarci intorno. Negli ultimi minuti organizza un assedio nella metà campo biancoceleste e durante tutto il secondo tempo fa tremare la difesa. L’unica grande occasione della Lazio con Immobile che non riesce a battere Musso per due volte (colpendo anche lui un palo). Negli ultimi minuti da segnalare la girata di pochissimo al lato da parte di Nestorovski e il colpo di testa di Okaka su un magnifico assist di rabona da parte di De Paul.

La Lazio vince, ma deve cambiare rotta; l’Udinese perde, ma se continua così può sognare in grande. Ai posteri l’ardua sentenza.