Le pagelle della Juventus del giorno dopo di Marco Sanfelici: Ronaldo risponde alle critiche con una tripletta nella prima mezz’ora e mette la partita in ghiaccio. La rincorsa alla capolista Inter è tuttavia ancora molto complicata.
SZCZESNY 6,5 Tra i pali dà una versione di se stesso convincente. Devia un paio di palloni insidiosi nella ripresa, nel bel mezzo del tentativo degli isolani di rientrare perentoriamente in partita ed addomestica alcune palle basse, bloccandole con sicurezza. Nulla può sulla rete di Simeone, che lo prende in contro tempo. Il rimpianto si ridesta pensando al papocchio sulla punizione tirata da Sergio Oliveira, ma indietro non si torna.
CUADRADO 6 E’ il Cuadrado delle ultime uscite: presente ma non dirompente, mobile ma non troppo, controllato nelle movenze e qualche volta in ritardo, come nell’azione in cui rimedia un giallo che lo elimina dalla prossima gara contro il Benevento. Dal suo destro magico parte un solo traversone tagliato, a fronte delle quantità industriali a cui ci aveva abituato. Come è difficile recuperare in fretta la condizione… (FRABOTTA S.V. Frabotta, chi era costui? Al pari di Carneade)
de LIGT 6,5 Joao Pedro è un signor giocatore, potente e veloce allo stesso tempo, con una notevole tecnica individuale al pari dei suoi connazionali, un brutto cliente insomma. L’olandesone lo neutralizza con le buone o con le cattive, ma sempre con lealtà agonistica. Limita le avanzate per dedicarsi a faccende più prosaiche, un po’ per non togliere la voglia a Chiello, un po’ perché la squadra si distende bene in avanti da sé, senza spinte da dietro. Matthijs si è “asciugato” da licenze di gioventù, permesse in Patria. Oggi è un centrale difficilmente superabile ed attorno a cui si può costruire un reparto difensivo di alto livello. In Italia si impara ancora a diventare forti difensori, come è sempre stato. Per lo meno ci resta un primato…
CHIELLINI 7 L’università del centrale di difesa. Dirige i movimenti di de Ligt come se si trattasse di un istruttore di “scuola guida”, accetta i combattimenti uomo contro uomo in area, con la semplicità del domatore di leoni (concedendo alle platee anche la testa introdotta nelle fauci della fiera), con la concretezza del minatore col martello pneumatico che frantuma la roccia. Quando toglie una palla di testa sulla traiettoria di un colpo sicuro, Wojciech esulta per lui come una liberazione. Se fosse bionico, si provvederebbe alla sostituzione dei polpacci e ce lo terremmo ancora per altri decenni. Purtroppo Chiello è umano, l’unico suo limite. (BONUCCI 5,5 Giusto il tempo per ciccare un paio di rinvii, uno degno delle “bonucciate” più riuscite. A parziale giustificazione va riconosciuto il fatto che Bonny entra nel bel mezzo dell’arrembaggio cagliaritano finale e non è facile adattarsi in pochi secondi).
ALEX SANDRO 6 Per quel poco che gioca, dimostra di essere ormai un punto di massima fiducia per i compagni. Viene via palla al piede da secche pericolose oppure lancia con gittata media il compagno che viene a sostenere il disimpegno. Poi l’infortunio è sempre dietro l’angolo e tanti saluti al proseguo della partita (BERNARDESCHI 6,5 Entra freddo che più freddo non si può, ma dà subito l’impressione di adattarsi velocemente all’agone, anche dal punto di vista tattico. Il ruolo di esterno basso sinistro prende forma. La sua sgroppata appare più fluida e l’appoggio a dettare il passaggio lievita di gara in gara. Peccato per lui e per la Juve che non ha ancora perfetti i movimenti del difensore e l’infilata che Zappa gli stampa in faccia è clamorosa. Si farà anche sotto questo aspetto, intanto la sua presenza in campo non è più controproducente ed è un grosso passo in avanti).
KULUSEVSKI 6 Con tanti “meno” a fianco del 6. Ha spesso la stessa consistenza del “compagnone” che agita l’umore del gruppo. Un personaggio in cerca di confusione per approfittare della situazione. Stoppa extralong a seguire (tranne che in una volta in cui ribalta splendidamente il fronte di attacco con una ripartenza al brucio, allora i numeri li ha?), sembra correre col freno a mano tirato, forse per qualche dannata remora mentale, prendendosela poi con se stesso. Dejan è una miniera d’oro inesplorata, su cui si siede un poveraccio ignaro. Qualcuno lo svegli…
DANILO 7 Il perno di centrocampo come né Bentancur, né Arthur sono capaci a fare. Danilo si piazza in mezzo al campo con la naturalezza del veterano e smista palloni come pochi. Si prende anche la libertà ogni tanti di attaccare lo spazio in avanti e lo fa con grande pericolo per il Cagliari. Testa alta, controllo di palla opposto a quelli di Kulu e Rabiot, sagacia tattica di primo piano. Che Pirlo abbia trovato il regista che cercava a mo’ di Diogene nei confronti dell’uomo?
RABIOT 5,5 Ho promesso che gli avrei dato mezzo voto in più per averlo sentito parlare italiano e così eseguo. Per il resto, se Kulu è un confusionario simpatico, Adrien non ha nemmeno la simpatia. Dà l’impressione ad ogni intervento o quando è chiamato in causa, di avere un immediato sentimento di noia o di fastidio. “Ma proprio a me? Non si poteva passare il pallone ad un altro?” Per la verità nella seconda parte del match va decisamente meglio, ma lo agevola il risultato acquisito. Se il centrocampo bianconero è spesso sul banco degli imputati, Rabiot è una delle prove dell’accusa. Visti i moccoli che si scatenano nella mente ad ogni azione del francese, d’ora in avanti lo chiamerò “ARRABIOT”.
CHIESA 7 Il pepe sui maccheroni, per questa sera. In altre occasioni, il pepe, i maccheroni e pure il cacio. Ora a sinistra gioca quasi bene come a destra e se la palla arriva ai suoi piedi, la partita si accende come un razzo a cui è stata innescata la miccia. Da antologia l’assist a tagliare il limite dell’area avversaria per servire a CR7 la palla del terzo gol. Che sia un predestinato a scrivere le prossime puntate della leggenda bianconera? (ARTHUR S.V. Si riposiziona nel centrocampo basso, mentre Danilo svaria sulla destra ricreando lo schieramento classico di Pirlo. La partita però è già segnata e non ha tempo per farsi notare).
MORATA 5,5 Stranamente poco lucido in un sacco di situazioni. E’ colpevolmente cocciuto su una ripartenza che darebbe a Ronaldo l’occasione di presentarsi solo davanti a Cragno: reminiscenza di un’altra ripartenza gettata alle ortiche nella partita contro il Napoli sullo 0 a 0. Alvarone appare decisamente sottotono e come a corto di energie. La condizione non è esaltante e si vede soprattutto nei ritardi che accumula per giungere sui palloni che solitamente arpiona con tempismo. Generoso e pronto al sacrificio, ma la “polpa” si fa con altri ingredienti. (McKENNIE 6 Il problema all’anca lo martoria da tempo immemorabile e cerca di conviverci. Corre da un avversario all’altro come suo solito, ma l’efficacia di prima di questo inconveniente non è la stessa. Eppure, per rinserrare le fila e non subire pericoli inopinati, c’è ancora bisogno di lui).
CRISTIANO RONALDO 8 Come reagire e portarsi a casa il pallone del match. In settimana un tweet recitava la sua voglia di reazione. Alle 18,00 della sera CR7 ancora una volta dimostra che per lui le parole anticipano i fatti. Realizza di testa, stando appeso al cielo come solo lui sa fare, raddoppia su rigore come se bollasse la cartolina, riceve un assist di Chiesa e silura Cragno con un tiro al fulmicotone dopo una delle sue finte. E se non si facesse deviare di un soffio l’ultimo tiro allo scadere dal portiere sardo, si dovrebbe considerare la quaterna sulla ruota di Cagliari. I rammarici restano, i rimpianti pure, ma i fuoriclasse si misurano anche da come sono capaci di lasciarsi dietro il passato.
PIRLO 6,5 Viene premiato il lavoro psicologico che ha dovuto sostenete da mercoledì scorso fino alla trasferta sull’isola sarda. Adotta uno schieramento 4 – 4 – 2 con il rinnovato incarico a Danilo di fare da metronomo in mezzo al campo ed affidando la traslazione del gioco a Rabiot e Kulusevski, della serie: che Dio me la mandi buona. Sa però che la forza della squadra sta sulle fasce, laddove anche Bernardeschi si è aggiunto a pieno titolo e imposta una gara di attacco ad allargare la difesa del Cagliari. Stavolta ottiene quei risultati che non si sono prodotti contro il Porto, segno che Pirlo è sulla strada giusta e che la difesa dei ragazzi di Semplici non possiede i valori difensivi dei lusitani. Forse è tardi per ambire allo scudetto, ma si ha il dovere di provarci fino in fondo, confidando che a 11 gare dal termine, tutto possa succedere. La storia del calcio è costellata di rimonte inaspettate: crederci costa poco.
Marco Edoardo Sanfelici
Seguiteci anche su www.persemprenews.it
Giornalista