Un Bayern che non ha forzato particolarmente è riuscito a segnare parecchi gol all’Olimpico contro la Lazio. Che il match fosse proibitivo era ovvio. Incredibili le quote che davano la vittoria dei bavaresi da 1.60 a 1.80. Ma la Lazio ha commesso errori inconcepibili a questi livelli.

Gli errori individuali sono stati assolutamente gravi. La follia di Musacchio, elemento improponibile anche in una squadra di medio livello, ha spianato la strada ai bavaresi. Il discorso “distruzione dal basso” non regge, in quanto si trattava di un retropassaggio di estrema facilità. In più, dopo il gol subito, la Lazio, già partita timorosa di per sé, si è ulteriormente disunita.

“Giochiamo di squadra, giochiamo insieme” ha gridato più volte invano il povero Simone Inzaghi. La Lazio è stata sfilacciata, senza ordine e svagata. A nulla sono valse le urla del tecnico e le indicazioni di Reina. Patric e Musacchio non sono calciatori adatti a calcare certi palcoscenici. La Lazio ha elementi strutturali di livello. Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Correa ci hanno provato, ma il Bayern è portentoso nei raddoppi. L’argentino ha segnato l’unico gol dei biancocelesti ed è stato tra quelli che ha dato filo da torcere ai bavaresi.

Nota di encomio anche per Manuel Lazzari, che ha ingaggiato un bellissimo duello con Alphonso Davies. Impressionante la velocità anche dell’ex Spal, il quale è arrivato sul fondo a crossare più di una volta. Lazzari merita la nazionale e di giocare la Champions.

Impressionante Jamal Musiala: il classe 2003 (compirà 18 anni il 26) anglo-tedesco gioca con personalità da veterano e ha colpi da campione. Per lui 6 palloni recuperati, 3 inserimenti in area, 3 duelli vinti, 2 tackle e 1 gol. Enorme differenza con i giovanissimi del nostro campionato. Il contesto aiuta decisamente, ma non si arriva a giocare titolare nel Bayern (seppur sostituendo Muller) se non si hanno qualità fuori dall’ordinario.

La squadra biancoceleste ha mostrato timori reverenziali in vari calciatori e ha commesso errori banali. La mancanza di esperienza per competere a questi livelli incide inevitabilmente. Gli errori individuali sono conseguenza anche della forza degli avversari, come ha giustamente sottolineato l’illustre collega Riccardo Cucchi. Al ritorno in Germania l’obiettivo è uscire a testa alta, cercando di non regalare reti agli avversari e giocare con maggiore personalità.