Le pagelle del giorno dopo di Marco Edoardo Sanfelici. Tante insufficienze nella Juventus sconfitta per 2-1 a Porto, nel disastro generale il migliore in campo è Chiesa.
SZCZESNY 4,5 Le banane sono più dritte dei suoi piedi. Se si aggiunge che sul primo palo si accartoccia nel secondo gol del Porto come un foglio di carta da cestinare e si fa uccellare ingloriosamente da scolaretto per nulla diligente, il risultato è che in estate la Juventus dovrà tornare sul mercato per trovare un portiere. La prestazione di stasera non mi sorprende più di tanto, perché è da mesi che manifesto perplessità, ma sembrava che fossi matto. Ora inizio ad avere proseliti e non è una buona cosa.
DANILO 5,5 Senza infamia e senza lode, si limita a giocate di contenimento. Quanto si vede e si sente la mancanza di Cuadrado e non è per dare ragione agli assenti. Danilo supera la linea di metà campo forse due, tre volte e preferisce mantenere la posizione con i suoi tipici irrigidimenti che danno il tempo alle difese di piazzarsi. Con il giallo che il sedicente arbitro Del Cierro Grande (quello da accendere davanti alla Madonna del Pilàr quando arbitra lui), il brasiliano salterà il ritorno, sperando di non dover schierare un magazziniere come terzino destro.
‘de LIGT 6 Regge e rilancia. Si divide con Chiellini (fino a quando sta in campo) il compito di cacciare avanti la palla, o di riffa o di raffa. Guardare avanti e non trovare uno spazio nemmeno a pagarlo a peso d’oro, non deve essere un bello spettacolo e se poi non si trova un compagno libero e propositivo, si può arrivare sull’orlo della disperazione. Finisce la gara su una gamba sola, stoicamente.
CHIELLINI 6 Tanto gioca Chiello che ci lascia lo zampino o, per meglio dire, il polpaccio. Ed ora è un’altra mesata di visite, tabelle di recupero e riatletizzazione. Prima di farsi male si cala nel ruolo di regista, in assenza di Arthur (per infortunio) e Bentancur (per mancanza di testa). Arrivederci, Giorgione. (DEMIRAL 5,5 Mezzo voto in meno perché su Marega fa lo spettatore concedendogli strada libera sul goal del raddoppio. E’ il solito lottatore, ma oltre alle botte non accenna una giocata che una, solo respinte, che è il minimo sindacale)
ALEX SANDRO 6,5 Ha la colpa di partecipare alla follia collettiva del 2 a 0. L’azione si svolge dalla sua parte e bisogna rimarcarlo. Detto questo, gioca 90 minuti di grande intensità, non tradisce paura negli interventi e non si arrende, fino ad eseguire l’unica verticalizzazione di tutta la partita juventina, mettendo Rabiot sul fondo nell’azione del punto che ridà un senso al ritorno. E’ una di quelle sere in cui ci si rende conto dell’importanza di Sandro, in mancanza di chi dovrebbe elevare il rendimento della squadra.
CHIESA 7 Migliore in campo per la Juve. Indifferentemente a sinistra ed a destra, il suo rendimento non conosce cali ed è per distacco il più pericoloso della truppa. Realizza la rete che tiene desta la speranza di superamento del turno con un tocco preciso, quanto chirurgico, rifinendo l’unica azione degna di tal nome di tutta la serata. Uno dei pochi che scende sempre in campo con la voglia di fare e di onorare la maglia e pensare che è arrivato da poco.
BENTANCUR 4,5 Mezzo voto in più per un minimo di presenza in mezzo. Il pastrocchio che combina dopo nemmeno un giro di lancette di orologio è l’esempio della sufficienza tipicamente sudamericana con cui gioca certe palle, dandole per scontate. Non c’è Arthur, che non avrebbe perso quella palla nemmeno se messo al muro, c’è don Rodrigo in versione “questo turno non s’ha da passare, né domani né mai”. Capisco di non essere un allenatore, ma se lo fossi, uno che fa una scelleratezza simile, prenderebbe la via degli spogliatoi immediatamente. Dice: così si attenta alla salute mentale del giocatore. Vero, come lui ha attentato alla decenza di giocare nella Juventus.
RABIOT 6,5 Partita di sacrificio e di sofferenza. Sacrificio nel sostituire taluni compagni restati in albergo e sofferenza per ricucire un gioco che si evapora spesso come i fumi di una distilleria. Tra l’altro esegue molte giocate con sufficiente padronanza e con una insolita pulizia di passaggio. Peccato che predichi nel deserto. E non ha nemmeno il Giordano per poter affogare qualche compagno, altro che battesimo…
McKENNIE 5,5 Della serie: io che ci faccio, qui. Dalle parti di Ascoli Piceno, uno che brancola senza costrutto come Weston, si definisce “sparpajò”. A sua parziale giustificazione si può invocare la totale assenza di una benchè minima trama di gioco. Ma l’americanino ci aveva abituato a prestazioni sontuose che non hanno nulla a che vedere con la scialbo comparire in terra lusitana. (MORATA 6,5 Fa più paura lui in 15 minuti che tutta la Juve in 90. Con Alvaro in campo, la profondità torna ad avere esistenza. Oddio, niente di eccezionale, ma almeno i difensori biancoblù rientrano dal bar in cui avevano riparato e si devono impegnare)
KULUSEVSKI 5 Male, molto male, molto ma molto male. A questo costoso acquisto, che senz’altro ha fatto contento qualche procuratore, mancano i fondamentali. Ed è di una gravità inaudita. Stoppa se va bene a seguire di 5 o 6 metri, è in ritardo costante nei contrasti, rischia ad ogni azione di pestare i piedi a qualche compagno. Il placcaggio eseguito su Rabiot in uscita ha del comico, la comicità alla Buster Keaton a denti stretti. Certo che nel Parma, buttava la palla avanti e correva da cavallo al galoppo a tal punto da sembrare devastante. Alla Juve funziona in maniera diversa e le qualità tecniche non sono un optional. Se Kulusevski è una seconda punta, io sono Mago Merlino! (RAMSEY 6 Sono bastati 10 minuti di ordine tattico, marchio di fabbrica, per dare un senso alla trasferta portoghese di una Juventus talmente dimessa da sembrare bisognosa del reddito di cittadinanza. E’ autore della palla che manda Morata davanti al portiere, maledetto offside. Al centro della difesa del Porto i palloni viaggiano precisi, ma ormai è tardi)
CRISTIANO RONALDO 5,5 Della serie, sono “scazzato”. Ma di quel tanto che se posso me li mangio vivi, i miei compagni. E’ vittima predestinata di una certa pennichella che lo assale a forza di aspettare una palla giocabile che scaturisca da duecento passaggi tra i centrali ed i laterali per poi ricominciare fino al parossismo. Il sedicente Del Cierro Grande (come quelli di Gubbio) si ricorda che ora gioca in una squadra italiana, in quella nazione la cui federazione conta meno del due di picche a livello europeo, e si guarda ben bene da fischiare un rigore Grande come il suo Cierro. E CR7 resta a bocca vuota. Sarebbe stata una punizione forse eccessiva per il Porto, ma il regolamento parla chiaro. Il designatore continua a parlare italiano e le squadre nostre a prendere schiaffoni.
PIRLO 5,5 Forse. O forse 6. O forse di più. O forse di meno. Come si fa a giudicare un tecnico, la sua tattica, le sue scelte, le sue impostazioni se una cazzata solenne di due “dormienti cronici” mandano all’aria tutto quanto dopo nemmeno un minuto? Kulusevski aveva senso in fase di rilancio e di pressione della difesa avversaria; McKennie doveva pressare per recuperare subito palla, ma per ripartire, non per ritentare; Danilo ha fatto contenimento per non aggravare le cose, rinunciando alla superiorità numerica che solitamente le sue incursioni creano. La classica partita che gira al contrario negli spogliatoi e se oggi come oggi una rete nel ritorno darebbe la qualificazione alla Juve, già questo appare un bottino consolante. E pensare che Morata e Ramsey subentrati hanno dato un assetto che ha fatto tremare Sergio Conceicao. Insomma, bastavo poco di più contro una squadra rognosa, ma priva di fuoricasse. Ora attendiamo che la lunga pausa fino al 9 marzo, permetta di terminare il recupero di forze fresche e di gente “pensante” oltre che talentuosa, perché i giochi sono tutt’altro che fatti e pare proprio che il Porto abbia perso una bella occasione per compiere l’impresa. E se la Juve è viva, sono dolori per tutti.
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Giornalista