Le pagelle del giorno dopo di Marco Edoardo Sanfelici, finalmente Arthur tra i protagonisti del successo della Juve contro il Bologna, Mc Kennie migliore in campo.

SZCZESNY 7 Vatti a fidare degli amici: Wojciech fa la paratone salva risultato su un tentativo splendido di Cuadrado nel confezionare un’autorete alla vecchia maniera di Comunardo Niccolai (chiedere referenze ad Albertosi). Comunque di lavoro ce n’è, dato che il Bologna non è venuto a Torino per visitare il Museo Egizio. Una parata bassa su Orsolini, un bell’intervento in tuffo a deviare, una parata a terra a bloccare. Insomma, dopo avere letto le mie pagelle, piene di votacci, il portierone nostro ha capito che erano tutti rilievi giusti e si è messo in carreggiata….

CUADRADO 7 Mezzo voto in meno per l’autogol provocato e Szczesny a sventare, oltre ad un pallone nel 1° tempo giocato in orizzontale che grida vendetta. Tutto il resto è alta scuola. Parte sempre dalla stessa parte, con le stesse finte, con lo stesso passo, ma non lo ferma nessuno. Si propone per i triangoli a disimpegnare, si proietta a creare superiorità numerica senza soluzione di continuità, semplice come bere un bicchiere d’acqua. Ha già una tessera occupata nell’immenso mosaico della storia juventina.

BONUCCI 6,5 Gioca in carrozza con il compagno di mille battaglie a fianco. Sembra avere recuperato anche i tempi di gioco e le geometrie che spesso, fino a poco tempo fa, andavano ad…lüstigen frauen im straße. E’ tornato il Bonny che lancia cercando la profondità. Sbroglia matasse ingarbugliate in area ed appoggia il primo passaggio con precisione. Perchè Bonucci non è un difensore puro, ma il primo mediano di centrocampo. (de LIGT S.V. Entra verso la fine per riannusare l’erba del campo. Niente di particolare, perché il Bologna è “matato” ormai)

CHIELLINI 7 Alla quarta partita consecutiva, vale a dire al livello del miracolo di Cana. Sarà un caso che con lui Lukaku non abbia visto biglia (peccato che Vidal e Barella sì) e con Napoli e Bologna si siano collezionati 2 “cleanshit”. Persino Bonucci è più disciplinato, che è tutto dire. Quando si sgancia con la sua andatura da “cugino di campagna” sembra un temerario che esce dalla trincea in cerca di qualche pallottola di un cecchino ed invece appoggia, torna indietro, come nulla fosse. La squadra lì per lì non si accorge della presenza di Chiello, ma è sempre la somma che fa il totale (cit. Totò)

DANILO 6,5 Una mole di lavoro tattico enorme. Allunga sulla fascia, accorcia sugli inserimenti, alimenta la manovra presentandosi spesso smarcato a “dettare il passaggio”, come dicono i maestri. Non molla mai e non si dà mai per disperso. Ormai è un punto fisso e sarà dura per Alex Sandro appena sarà disponibile a ritrovare il posto di titolare.

BERNARDESCHI 5,5 Sarebbe sufficiente, se non fosse per un tiro a quasi tu per tu con Skorupski, cacciato in curva con una traiettoria che ricorda la sagoma del panettone e per un altro colpo tirato addosso al portiere, da autentico apprendista attaccante. Si salva l’impegno e la volontà di incidere, ma i risultati sono mediocri, perché mediocre è da troppo tempo la cattiveria con cui si deve giocare a questi livelli. Che peccato! (MORATA 6 Basta la sua presenza in profondità per vedere l’incidenza della squadra lievitare a vista d’occhio. Non è un caso che nella prima materializzazione in area, il solito Skorupski si debba salvare in corner ed è il corner buono per il raddoppio. C’è chi è attaccante e chi si improvvisa…)

BENTANCUR 7 Per buona parte del tempo iniziale fa fatica ad entrare in gioco, forse anche per l’entrata assassina e scientifica di Soriano dopo solo 30 secondi. Poi, una volta smaltito il dolore, don Rodrigo si produce in una delle più belle prestazioni della stagione. Stantuffo centrale nella terra di mezzo, tiene legata la manovra con buona presenza tattica e grandi giocate di possesso e di scarico. Là dove c’è da sfoderare la durlindana, lui si presenta in pompa magna e con una pulizia inconsueta, senza mai rischiare decisioni arbitrali.

ARTHUR 7 Zitti, che ha finalmente capito che cosa ci si attenda da lui. E quando perde un pallone perché attorniato da tre bolognesi, lo scrivano si sorprende a pensare che i rischi, se calcolati, dicano molto di più di un giocatore importante, dei “compitini” piatti piatti senza rischi. Attacca gli spazi come mai prima d’oggi e proiettandosi in avanti può capitare l’occasione che lo porta al tiro deviato da Schouten ed al vantaggio apri score. I compagni lo cercano non più come “sponda”, ma come “cassaforte”. Della serie come cambiare la propria reputazione presso gli altri. Se Arthur funzione tutto il centrocampo si muove in armonia e la Juve vince le partite. Come essere essenziali, punto. (RABIOT 6 Per la seconda volta consecutiva Adrien entra nel finale e come in Supercoppa, entra bene. Una buona quantità di giocate in recupero ed una bella discesa con un tiro finale respinto dal portiere rossoblù. Alla Juve si deve essere concreti, pena la costante panchina, chissà che lo capisca!)

Arthur, Foto da sito ufficiale Juventus Fc

McKENNIE 7,5 Migliore in campo, poche storie. Appare nel posto giusto al momento giusto dall’inizio alla fine. Mai superato dagli uomini di Sinisa, spesso a supporto dell’azione portando palla quel minimo che basta per legare il gioco e poi velocizzando lo stesso con sponde sempre pericolose per gli avversari. Sa occupare lo spazio come pochi, prova ne è il colpo di testa per il raddoppio in mezzo ad un’area intasata. E’ il centrocampista che mancava alla Juve anche in fatto di realizzazioni. A Torino si dice: “Catà per ‘na bàla ‘d fum” (comprato per un cerchio di fumo): non proprio, dato che 22 milioni sono sempre tanti, ma sicuramente molto meno di certuni fino ad ora non all’altezza (DEMIRAL S.V. Entra e fischio finale, della serie: un passo oltre la riga, un passo al di qua della riga. E tanti saluti.)

KULUSEVSKI 6 Much ado about nothing (cit. Shakespeare). Non traduco, tanto tutti conoscono “Molto rumor per nulla”. Ogni volta che tratta la palla sembra che debba succedere un cataclisma, ma all’atto pratico il tutto si risolve nel classico nulla di fatto. Si arrovella, si avvita, si scombicchera. Riesce anche a prendersi un cartellino giallo in mezzo al campo e salterà la trasferta di Genova. La falcata cavallina è imperiosa, ma temo che le pagnotte da mangiare alla Continassa siano quantità industriali. Eppure ha la possibilità di coprire più ruoli e di rendersi utile alla causa come pochi, se solo si affinasse un briciolo. (RAMSEY S.V. Si ricorda di lui un bel recupero ed un fallo preso in ripiegamento)

CRISTIANO RONALDO 6 Versione di CR7 al servizio della squadra, come da un po’ di tempo capita sovente. Non vanno dimenticate però le conclusioni negate da qualche egoismo di Cuadrado e Rabiot. Ma devono provarci anche loro, che diamine. Non va altresì scordata la paratissima di Skorupski su un tiro ravvicinato. Certo se non segna non riluce, ma il Ronaldo che fa segnare o che crea spazi per chi si inserisce, fa sempre bella figura e porta fieno in cascina.

PIRLO 6,5 Sembra che abbia scelto un centrocampo. Era ora. Il trio Arthur, don Rodrigo e Mac appare davvero la soluzione definitiva, si voglia per dinamismo, che in presa di possesso della parte più delicata del campo. Sembra quindi dare continuità ad un assetto di gioco che inizia a dare i suoi frutti, ad esclusione della serata di Milano, quando però si era in presenza di una Juventus con gravi assenze e la mente per nulla libera. All’ora di pranzo, Andrea Pirlo cala un menù equilibrato e con sapori di gran lunga più pregnanti della pur valida cucina emiliana. Senza ombra di dubbio l’innesto di Chiellini permette di chiudere a doppia mandata la serranda difensiva, dando agio ai centrocampisti di concentrarsi sul come invitare le punte a far male e queste ultime ricevono rifornimenti lussuosi dagli inserimenti degli esterni per una complessiva pericolosità cresciuta a vista d’occhio. La squadra pare aver raggiunto un equilibrio che a tratti si intravvedeva ma con poca consistenza. Il Pirlo di Roma ha perso due punti per non avere fatto un cambio all’ultimo secondo, il Pirlo di oggi contro il Bologna sostituisce Demiral ad onor di firma e porta a casa la partita anche con i mezzucci adottati da chi vuole la vittoria. Anche questo significa crescere in esperienza. Verrà utile nel lato di poppa, avendo utilizzato la bolina per limitare i distacchi. P.S. sarà bene imparare a non gettare alle ortiche un un numero così imbarazzante di ripartenze. Con alcune di esse concretizzate, ora si starebbe a parlare di goleada. Non è tanto questo che importa, quanto giocare intere gare senza patema e col risultato ampiamente acquisito. I risparmi di energie mentali a gioco lungo potrebbero essere dirimenti.

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