In questo libro il racconto della vita di un uomo, ma soprattutto di uno sportivo, scomparso improvvisamente dopo un derby calcistico.
Renato Pieraccioli nasce a Pistoia il 7 dicembre 1904 e si trasferisce a Montevarchi nel 1929 per giocare nella squadra locale. Qui incontra la moglie ed avrà due figli. Rimarrà presto vedovo, nonostante ciò, resterà ad abitare nella casa della moglie e continuerà a seguire il settore giovanile e la prima squadra come allenatore.
La tragica scomparsa
Nel 1944 dopo la fine di una partita amichevole con la squadra di San Giovanni V.no di lui si perderà ogni traccia a seguito di tafferugli avvenuti, negli spalti e fuori dal campo di gioco, per il risultato della partita. Molte sono state le ipotesi, nessuna è stata confermata. L’unica verità è la scomparsa di un uomo che ha fatto del settore giovanile e del calcio un obiettivo, raggiungendo traguardi di eccellenza per una città di provincia, in epoche in cui ancora non si conosceva bene l’importanza determinante dell’allenamento.
E’ stato un lavoro di grande ricerca presso le emeroteche di Arezzo, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l’Accademia Valdarnese del Poggio e l’Archivio storico di Pistoia. Dai numerosissimi articoli ritrovati, dalle foto in possesso della famiglia, uniti ad altri oggetti custoditi ne è venuto fuori il ritratto di una persona ben voluta, meticolosa, precisa, ben curata, buon padre di famiglia.
Non solo grande atleta, discreto calciatore, ma anche ottimo allenatore. Ed è infatti la figura dell’allenatore che è emersa di più da questa ricerca, svolta in gran parte nella squadra montevarchina, salvo una parentesi allenando la squadra del Dopolavoro Minerario di Castelnuovo Sabbioni.
Apprezzato dalla stampa, rispettato dai giocatori, preparato professionalmente, riconosciuto allenatore federale, non da tutti per quei tempi. L’essere informato sulle metodiche di allenamento, partecipando a corsi di aggiornamento, addirittura con Vittorio Pozzo come relatore, abitudine infrequente da parte di allenatori dell’epoca. Aveva fatto sua una frase che amava ripetere Vittorio Pozzo: “La maglia è tutto”.
E’ stato uno tra i primi a credere nella cura del settore giovanile sia dal punto di vista sociale che prettamente sportivo come serbatoio della prima squadra. Organizzatore di tornei giovanili e talent scout della prima ora, andava in giro per il paese di Montevarchi a scovare piccoli calciatori.
Questa pubblicazione, speriamo riesca a far conoscere meglio, anche al di fuori del Valdarno, la figura di questo uomo vissuto in momento difficile del paese, che ha lasciato un segno nella storia dei colori Rosso-blu dell’Aquila Calcio, in tutti gli sportivi montevarchini e non solo. Chissà la sua carriera di allenatore come si sarebbe potuta evolvere se quel giorno del 10 dicembre 1944 fosse andata diversamente. Aveva solo quarant’anni.
Questo volume intende inaugurare una collana finalizzata alla ricerca storica dell’Aquila Montevarchi dalle sue origini ai giorni nostri, costituendo così un’importante fonte di testimonianze e documentazione per tutti i cittadini e gli sportivi, e in particolar modo per le future generazioni. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la casa editrice Aska e l’Associazione Memoria Rossoblù.
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Giornalista