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Controverso e promettente. Adrian Mutu ha avuto tutto per essere uno dei più grandi giocatori della Romania dopo Ghoerghe Hagi: alto, forte fisicamente, tecnicamente dotato e veloce, l’attaccante è emerso a 17 anni con la maglia Arges Pitesti e ha catturato l’attenzione solo due anni dopo l’incredibile Mondiale della Romania a USA ’94.

Nel corso degli anni si è affermato come uno dei nomi di spicco della sua generazione, ma non ha mai raggiunto certi picchi, a causa di problematiche fuori dal campo. Come dimenticare la squalifica per uso di cocaina e la brutta storia di violenza domestica nei confronti dell’ex moglie.

Mutu è uno dei tantissimi calciatori che, pur dotati di un talento purissimo, hanno deciso di gettarlo al vento. Soprannominato Briliantul (Brillante) in patria, il rumeno è arrivato all’Inter a soli 21 anni. Nonostante i gol ai quarti e in semifinale di Coppa Italia, l’ex Dinamo Bucarest ha giocato solo 14 partite in nerazzurro. D’altronde quell’Inter era una polveriera e per un giovane era difficilissimo emergere.

Mutu con Di Biagio e Seedorf

A Verona Mutu ha trovato la sua dimensione in Italia. Gli Scaligeri vantavano calciatori come Massimo Oddo, Luigi Apolloni, Martin Laursen, Anthony Seric e due futuri campioni del mondo come Alberto Gilardino e Mauro Camoranesi. Il romeno fu decisivo per la salvezza nel 2000-2001. Gli scaligeri lo riscattarono dall’Inter. La prima parte di stagione fu straordinaria, la squadra di Malesani incantava e Mutu segnava. Alla giornata 23 il Verona era settimo, ma finì quindicesimo e retrocesse, per effetto del crollo nel finale. Eppure Mutu fu tra i pochi a salvarsi anche in primavera.

Arrivò la chiamata dell’ambizioso Parma, con ancora la Parmalat al timone. Il ragazzo segnò 18 gol in campionato e quattro in Coppa UEFA. I Ducali chiusero al quinto posto e l’ex Verona si stava affermando oramai tra i migliori calciatori della Serie A. Le sue prestazioni non lasciarono indifferenti Ranieri e Abramovich. Il magnate russo investì 22,5 milioni di euro per portarlo al Chelsea. Gli inizi in Inghilterra furono eccellenti, con 4 gol nelle prime 3 partite. Poi il ragazzo prese una cattiva strada e qualche mese dopo risultò positivo alla cocaina. Il Chelsea lo licenziò per giusta causa.

Mutu e Ranieri ai tempi del Chelsea

Il rilancio alla Juve non fu come sperato. Dopo un anno di attesa, il rumeno era una semplice riserva, anche se contribuì allo scudetto poi revocato. L’inattività si era fatta sentire. Dopo l’avventura alla Juve, Mutu ebbe un sussulto d’orgoglio e tornò ai suoi livelli nella splendida Fiorentina di Prandelli, segnando a raffica in tre stagioni.  Purtroppo per lui, si fece beccare nuovamente all’antidoping, questa volta per la presenza di metaboliti della sibutramina.

In seguito ha peregrinato tra Italia (Cesena), Francia (Ajaccio), Romania (Petrolul e Targu) e India. Pleonastico dire che non è più tornato ai suoi livelli.

Anche senza essere riuscito a riportare la nazionale rumena a giocare la Coppa del Mondo (competizione in cui non partecipa dal 1998), Adrian Mutu è, insieme a Hagi, il capocannoniere della squadra con 35 gol. Il Briliantul, che è stato votato anche il miglior giocatore rumeno in quattro occasioni (2003, 2005, 2007 e 2008), ha segnato l’ultimo gol per la nazionale a Euro 2008. Allo stesso tempo, ha dovuto affrontare due periodi di sospensione per la nazionale rumena: uno per aver bevuto in un bar durante una partita della Tricolorii da cui era stato espulso, e l’altro per aver paragonato l’allenatore Victor Piturca a Mr. Bean.

Affermare che Mutu ha contribuito alla storia della nazionale rumena e della Fiorentina è doveroso. Allo stesso tempo, è impossibile non pensare a quanto il rumeno avrebbe potuto ottenere se non fosse stato coinvolto in tante polemiche extra-campo e se non avesse sprecato una buona parte del suo talento. Il suo apogeo con Parma e Fiorentina avrebbe potuto essere ben più lungo.