Le pagelle del giorno dopo di Marco Edoardo Sanfelici
BUFFON 7,5 “Eternità, spalanca le tue braccia/io sono qua…..” cantava la Vanoni a San Remo, ignara di profetizzare l’esistenza di un super eroe che avrebbe fatto della porta di un campo di calcio la ragione della sua vita. Gigi a Barcellona dimostra che i miti greci hanno un fondamento nella realtà. Quando lo vedo andare giù come quel ragazzino a Parma, senza fare una piega per i 25 anni trascorsi, sul tiro al veleno di Messi, inizio a pensare che qualche essere umano può vincere le leggi della natura. La porta della Juve resta intonsa perché Gigi lo vuole con tutte le sue forze, che sono immense.
DANILO 6,5 Per battere il Barça ci vogliono anche gli operai che svolgono umilmente il loro lavoro senza pretendere la luna, ma con abnegazione e concentrazione totali. Danilo non randella come un fabbro, non ne ha bisogno, per avere ragione degli attacchi che giungono dalla sua parte e spesso uscendo palla al piede. Spende un’ammonizione al momento debito e si rintana per rintuzzare l’assalto finale. Che la mia teoria sui terzini brasiliani sia errata?
BONUCCI 6,5 In difesa è magistrale (sfido io, lo telecomanda Gigi da dietro), ma in fase tattica fa cose da deportarlo in Siberia. Ogni suo lancio in avanti è un tuffo al cuore. Possibile che un esperto di tal fatta non comprenda che si deve tenere la palla e farla girare e con essa far girare a vuoto i blaugrana? Mi deve spiegare cosa va a sporcare il tiro di CR7 per lo 0 a 4. Eccesso di foga, certo. Ma che stia indietro a bloccare un’eventuale ripartenza, per diana!
De LIGT 7 Tanta sostanza, tanta battaglia. In tutte le mischie svetta con autorità e si concede anche un lancio in avanti che non sfigura rispetto ai servizi continui di Bonny alla difesa catalana. Lo agevola l’assenza totale di punte degne di tale nome nelle fila avversarie e Braithwaite ha più la sembianza di un pennellone che di un calciatore. Ne avanza per il Genoa.
CUADRADO 7,5 Vinavil domina, Vinavil trionfa, Vinavil dà lezioni di calcio al Camp Nou. La difesa del Barça non sale che poche volte in tutto il match perché Juan la tiene inchiodata a trequarti di campo, alquanto preoccupata. Nel 1° tempo, nel quale la Juve gioca come poche altre volte negli ultimi 20 anni, l’incidenza di Cuadrado nelle azioni in avanti è pressoché totale. La perla del pallonetto morbidissimo a servire McKennie è da riprendere e portare in esposizione al JMuseum. (BERNARDESCHI S.V. Unica palla giocata, un suggerimento in profondità a Dybala, che non ci arriva).
McKENNIE 8 Mi arrogo il merito di avere affermato che uno come l’americanino deve giocare sempre. Ed in tempi per nulla sospetti. Il centrocampo juventino con la sua presenza lievita come il pane toscano. Confeziona una rete di rara bellezza e prepotenza, con una garra impietosa. Continua per tutta la ripresa a mordere i garretti dei padroni di casa, smettendo di correre al fischio finale. Grande acquisto, si vede che Paratici ci capisce ancora, alla faccia di tanti juventini “mutuati”
ARTHUR 7,5 Che paradosso: proprio davanti alla sua ex squadra, nello stadio fino allo scorso anno “amico”, di fronte alle maglie che anche lui indossava prima di venire alla Juve, Arthur Henrique Ramos de Oliveira Melo cancella come per miracolo tutto il passato e diviene finalmente un giocatore “italiano”. Partita di grande qualità, non solo per le giocate singole, ma per acume tattico. Lo si vede al limite dell’area avversaria a smistare palloni ed alimentare la spinta. Migliaia di anni luce distante dallo scialbo ed impacciato giocatore di Crotone o di Cesena (contro lo Spezia). Con un Arthur così, si può anche sognare. (BENTANCUR 6,5 Cala in campo tutta la sua irruenza, cerca di legare il gioco in ripartenza, ma la squadra ormai si limita a controllare le folate spesso velleitarie del Barcellona. E’ il degno sostituto di Arthur, senza ombra di dubbio)
ALEX SANDRO 7 La spinta sulla sinistra non manca mai, con lui. Averlo recuperato è di importanza vitale nella gestione della transizione dalla difesa all’attacco. Chiude ogni spazio e riparte con qualità e concretezza. Non ha paura ad entrare nelle numerose contese in mischia, in un serata da calcio giocato soprattutto a terra, ma senza risparmio di agonismo. Non si fa saltare da nessun catalano e quindi contribuisce a limitare i pericoli.
RAMSEY 7 Dove era finito quel centrocampista talentuoso, con i piedi buoni e la voglia di prendersi la scena, che si è ammirato in questa notte? Mistero buffo ed anche inquietante. Il gallese che gioca tra le linee, che salta l’avversario appoggiando palloni al bacio, è uno spettacolo che non ci era dato vedere, fino alla gara odierna. Entra nell’azione che propizia il primo rigore, alquanto generoso (Stieler ci restituisce il maltolto da Zwayer col Lione, tra tedeschi se la intendono), quasi confeziona la partenza dell’azione del 2° goal e si rende protagonista di cento rifiniture. A questi livelli di rendimento, il posto da titolare è suo a tutti gli effetti, trequartista atipico, con licenza di far correre la palla. (RABIOT 6 Un paio di allunghi per portare il pallone più lontano possibile dalla porta juventina, un paio di interventi a contendere la sfera. Dà il suo contributo ed entra a referto)
MORATA 8,5 Domanda: che cosa è la Juve senza Morata? Risposta: quella squadra che fa una fatica orba per far saltare il fortino granata nel derby. Con Alvaro in campo, sembra che non ci sia gara, eppure c’era il Barcellona, davanti. Attacca la profondità come forse solo lui è capace a fare, non fa una piega ad accettare duelli rusticani in velocità, spacca la difesa con i suoi inserimenti. Di fianco a lui, Ronaldo si garantisce ancora 3 anni di goleade ed affini. Quinta scelta da dedicare ai lamentosi, piagnucolisi, catastrofisti. (DYBALA S.V. Poco il tempo per dare segni di vita, sospendo ogni valutazione)
CRISTIANO RONALDO 8 E pensare che c’è chi ha il coraggio di asserire che sia un problema per la squadra. A parte i 2 rigori tirati con la solita freddezza chirurgica, CR7 conduce una gara al servizio della truppa da vero leader. Non fa mai una giocata fine a se stessa, ma sempre a sostegno dell’azione in corso. Propizia la rete di McKennie con un movimento in area a portarsi via due difendenti e lasciando il texano solo a raccogliere l’assist di Cuadrado. Da scuola calcio. Se doveva essere un duello tra CR7 e Messi, il verdetto è imbarazzante a favore del portoghese. (CHIESA S.V. Calpesta il prato del Camp Nou e potrà raccontarlo)
PIRLO 9 Non era facile andare a Barcellona a dimostrare che il suo posto in panchina non è aleatorio, ma meritato. Fresco di critiche per la formazione messa in campo nel derby, molti temevano un’altra interpretazione alquanto personale sugli 11 da far scendere sul prato verde. Invece Pirlo ha stupito tutti con una formazione equilibrata soprattutto in mezzo e con una preparazione dell’incontro da antologia. Non mi ricordo di un giocatore che abbia tradito una minima mancanza di grinta e di concentrazione. Anche dal punto di vista tattico, il mister ha dimostrato che di 4 – 3 – 3 non me vuol sentir parlare. Pirlo gioca con il 3 – 4 – 1 – 2 in attacco, che diventa un 4 – 4 – 2 in ripiegamento. Punto. Chi ulula alla luna invocando moduli cari a Sarri, non capisce che per giocare alla Sarri, tanto valeva tenerselo. Se il Presidente Agnelli ha voluto Pirlo, con un azzardo da temerario, è perchè intendeva svoltare. Anche e soprattutto nell’organizzazione di gioco. Inviterei coloro che assumono spesso atteggiamenti da…pontefici, di andarsi a leggere la tesi finale di Andrea Pirlo al corso di Coverciano e di meditarla con attenzione, prima di sparare “in libertatem verba, quae pilastros traballare faciunt”. Ora che si è appurato che il mister è all’altezza, tocca ai giocatori esprimersi sempre ai livelli di stasera, anche quando l’avversario è in fondo alla classifica. Finire primi nel girone è un viatico di fiducia per la Juve ed un avvertimento per la concorrenza. Se può contare, teniamocelo stretto.
Giornalista