Ieri sera Il Torino di Urbano Cairo ha battuto l’ennesimo record (negativo) della sua fulgida presidenza. Riuscire a perdere contro la peggiore Juventus degli ultimi 20 anni era davvero difficile, quasi impossibile. Neanche il Benevento ed il Crotone, con tutto il rispetto per queste due compagini, erano riusciti in questa “impresa”. La formazione granata, nonostante abbia giocato per 75′ alla perfezione, ha poi permesso la rimonta dei bianconeri. Giampaolo ancora una volta ha dimostrato tutti i suoi limiti nel non sapere gestire una partita dominata con dei cambi sciagurati. Zaza (che si divora il goal del 2-0) andava sì cambiato ma con Bonazzoli perché l’inserimento di Lukic ha logicamente arretrato la squadra di 20 metri mentre il serbo doveva invece entrare nel finale al posto di uno stremato Belotti. Senza dimenticare caro “maestro” (laureato alla Cepu?) che oggi si possono fare 5 sostituzioni e si doveva cercare qualsiasi contro mossa per difendere, quanto meno, il pareggio che già era una mezza sconfitta. Nonostante tutto però le colpe non sono tutte dei giocatori o del confusionario tecnico di Bellinzona. Il pesce puzza sempre dalla testa e quello che succede oggi è esclusivamente il frutto di anni di mala gestione societaria.
15 anni di promesse mai mantenute, 15 anni in cui si sono giocate 23 stracittadine con 19 sconfitte, 3 pareggi e 1 sola vittoria, 43 goal subiti e solo 10 quelli realizzati. Tre lustri che resteranno negli annali del calcio per i record negativi della gestione Cairo. Impossibile dimenticare alcune delle sue frasi più celebri frasi: “Questa squadra è difficilmente migliorabile”, “Abbiamo la difesa più forte della Juventus”, “Messi non è in vendita” oppure “Mi ispiro a Ferruccio Novo” (il presidente del Grande Torino ndr). Impossibile dimenticare gli “esperimenti sociali” in curva Primavera, l’agguato ai Torino Hooligans con relativi daspo “ad personam”, i pseudo “tifosi” prezzolati della curva Maratona, le censure sui social in stile Pinochet per chiosare con il “Tempio granata” (il Filadelfia ndr) profanato da una sorta di riunione di condominio (assemblea dell’Ordine degli Ingegneri) e messo quindi in affitto come un monolocale di Finale Ligure. Il popolo granata non merita tutto questo.
Negli ultimi 15 anni i tifosi del Toro sono scesi da 1,2 milioni a scarsi 350.000. Un tracollo che ha un nome ed un cognome ben preciso. Un Presidente che fa di una squadra di calcio il suo bancomat (percepisce uno stipendio insieme ai suoi famigliari) non può e non deve più rappresentare una società gloriosa come il Torino Calcio.
Sino a quando i tifosi granata non capiranno che questo è l’unico problema le cose non potranno che andare sempre peggio. Inutile prendersela con l’allenatore perché se in panchina ci fossero Mourinho o Guardiola le cose sarebbe sempre le stesse. Una società che non ha un progetto serio non può andare da nessuna parte se non retrocedere in serie B per l’ennesima volta rischiando però di restarci per lungo tempo. A chi tiene le redini oggi pensate gliene possa fregare qualche cosa sapendo che la retrocessione farebbe entrare 25/30 milioni di euro nelle casse societarie grazie al “paracadute” della Lega Calcio?.
E se il vero progetto fosse davvero quello che aveva in serbo l’Avvocato Agnelli? Quello cioè di avere una unica squadra a Torino? Il fido Presidente granata, che di “affari” ne ha parecchi con quelli che giocano alla Continassa, sta quindi solo facendo il suo dovere, quello per cui in tanti vociferano sia stato “assunto” 15 anni addietro quando il Torino Calcio è defunto e sulle sue ceneri è rinata la Cairese Fc.
Giornalista