«Secondo me resta il più grande di sempre, il miglior attaccante che abbia mai visto. Meglio anche di van Basten, un giocatore veramente impossibile da marcare. Ne parlavo con un grande come Maldini, Ronaldo ci ha fatto fare una serie incredibile di “figure da cioccolatai».
«Vi assicuro che noi abbiamo marcato gente come Maradona, ma lui era assurdo. Lo marcavi stretto e lui ti chiamava la profondità, coprivi lo spazio per non dare la profondità e lui ti puntava in uno contro uno, era ossessionante».
Queste parole di Alessandro Costacurta su Maradona e Ronaldo hanno fatto discutere. Si tratta di due calciatori ovviamente molto diversi. Ronaldo è stato il re dei dribbling a velocità supersonica. Il Fenomeno era un calciatore molto peculiare. A inizio carriera aveva un raggio d’azione molto ampio e amava spostarsi spesso sulla fascia. I suoi quadricipiti erano pazzeschi e incredibili e per fermarlo bisognava spararlo.
Vedere giocare il Fenomeno era come osservare uno squalo in un acquario gigante formato da tutte le altre tipologia di pesci. Maradona è invece lirica, poesia, classe e leggiadria. Il Pibe de Oro era anche lui un calciatore rapidissimo ed era dotato di gambe potentissime. La sua genialità alla Caravaggio gli ha fatto realizzare capolavori artistici ammirati solo con Pelé. Il brasiliano era più un maestro del dribbling a velocità supersonica, convertitosi in centravanti letale nella seconda parte della carriera.
Maradona, oltre ad essere dotato di una rapidità e fuori dall’ordinario, riusciva a disegnare tele la cui originalità trascende l’immaginazione. E molto spesso trascendeva la marcatura, visto che trovava linee di passaggio pazzesche, in qualsiasi coordinazione e con qualsiasi parte del corpo.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione