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Herta Berlino-Borussia Dortmund: sul 5-2 per i gialloneri, a 5 minuti dalla fine smette la tuta il giovane Youssufa Moukoko.

La lavagnetta indica la sostituzione con Haaland che ha già regolato la squadra capitolina con la sua solita pioggia di gol: fa così il suo ingresso nel calcio che conta il camerunense naturalizzato tedesco, sedici anni compiuti il giorno precedente. E’ record assoluto di precocità nella Bundesliga: polverizzato il precedente record di Nuri Sahin, che nel 2005 aveva esordito a 16 anni e 335 giorni.

Se ci fosse stato il pubblico, al suo ingresso in campo ci sarebbe stato un boato perché proprio tutta la Germania, non solo quella giallonera, aspetta di vedere in azione questo fenomeno in erba: un giocatore sul quale si sono create aspettative fuori dal comune (e forse del normale) tanto che nel giorno del suo compleanno, la rivista Kicker gli ha dedicato l’intera copertina con scritto “Finalmente 16”.

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I primi scampoli da professionista di Moukoko contro l’Herta Berlino

 

 

Perché questa attenzione degli addetti ai lavori e dei media intorno a un ragazzo di soli 16 anni? Di origine camerunense, Moukoko è arrivato in Germania a 10 anni grazie al lavoro del padre Joseph, assistente sanitario, evidenziando un talento smisurato sin da subito, tanto grande che su di lui sono piombati gli occhi di mezza Europa.

Il Borussia Dortmund è stato il più lesto ad accaparrarselo e la fame di Moukoko ha fatto il resto: giocando sotto età di (almeno) due anni, il piccolo Youssoufa ha cominciato a bombardare le reti avversarie con 40 reti nell’Under 15, 90 gol in 56 partite con l’under 17 e 51 gol in 32 partite con l’Under 19… a 15 anni.

Per assistere alle sue partite si sono scomodati nomi celebri ed anche un certo Joachim Low, ct della Germania campione del mondo nel 2014, ha più volte assistito all’ascesa irresistibile di questo talento cristallino definendolo senza mezze misure “un prodigio di tecnica e fisicità già pronto per altri palcoscenici”.

Velocità, tecnica e fisico, una capacità realizzativa fuori dalla norma, abilità indistinta di calciare con entrambi i piedi tanto da indurre il tecnico Favre a dichiarare che “dopo una settimana di allenamento con la prima squadra non ho ancora capito se è destro o mancino”, Moukoko ha giocato sempre da centravanti con licenza di partire dalle fasce e accentrarsi facendo capire a suon di gol, 186 totali, 90 in una sola stagione negli under 17, di potersela vedere con i professionisti, con tanto di sponsor Nike da un milione di euro l’anno firmato e garantito per i prossimi dieci anni. Del resto questo è il calcio che viviamo: prendere o lasciare.

Le uniche perplessità sul ragazzo riguardano l’effettiva età, con voci di corridoio che gli attribuiscono qualche anno in più come sempre accade con i ragazzi provenienti dall’Africa: il padre Joseph ha però fornito prove ufficiali che dimostrano come il ragazzo sia stato registrato all’anagrafe il giorno dopo la sua nascita.

L’attesa è finita, il countdown verso l’età legale per poter scendere in campo in Bundesliga è terminato e, dopo un solo giorno dal suo compleanno, Moukoko ha esordito tra i professionisti dove non possiamo augurargli il meglio: dobbiamo tuttavia essere memori che il calcio, di presunti “fenomeni” in fasce ne ha prodotti tanti e non tutti hanno poi mantenuto le altissime attese, Freddy Adu è l’esempio più eclatante, come del resto Bojan Krkic ed, ultimo in ordine di tempo, Odegaard che sta riscattando soltanto adesso l’etichetta di baby prodigio affibbiatagli a soli 15 anni.