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A 39 anni, Ibra fa decisamente la differenza. Lo stesso Gennaro Gattuso ha dichiarato che il suo amico è più forte adesso rispetto a 10-12 anni fa.

Come scritto ieri nella nostra analisi del match, il Milan non è solo Ibra. Il Milan è una squadra costruita con equilibrio dalla dirigenza. Il fuoriclasse svedese è messo in condizione di incidere. Ciò è facilitato, naturalmente, dalla fase di transizione e dalla qualità dei calciatori che lo innescano.

Zlatan effettua poi movimenti che facilitano le giocate dei compagni. Bennacer, Calhanoglu, Rebic e anche Theo Hernandez, così come i difensori, hanno sfruttato i movimenti dello svedese a venire incontro.

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La concezione secondo cui lo svedese rimanga statico al centro dell’area non ha ragione di esistere. Ibra è solito andarsi a prendere palla sulla trequarti, disorientare i centrali, e smistarla verso i compagni. Come Harry Kane, lo svedese funge da regista offensivo.

Sul primo gol, parte da fuori area, sfrutta la mancata copertura dei centrali e anticipa un Koulibaly fuori posizione. In tante altre occasioni accorcia fino al centrocampo, ma anche sulla fascia, dettando i lungolinea. Il Milan è dotato di elementi estremamente abili nel venire a rimorchio. A queste capacità insite nel loro modo di giocare, si aggiungono le qualità oculo-podaliche dello svedese di combinare con i compagni.

Zlatan vince inoltre duelli aerei in qualsiasi parte del campo. Sui lanci di portieri o difensori, va a saltare fino a centrocampo e quasi nessun centrale riesce ad avere la meglio. Koulibaly è esplosivo, ma non è dotato della forza fisica dello svedese.

Ibra è uno dei pochi calciatori al mondo praticamente immarcabili, se inseriti nel giusto contesto. Già, il giusto contesto, quello che non riuscì a cucirgli Guardiola. Con l’aggravante che, pur rinunciando a Ibra a un certo punto di quel Barcellona-Inter, non riuscì a scardinare il muro eretto da Mourinho. Però, come ha affermato giustamente Gattuso, lo svedese è ulteriormente migliorato tatticamente rispetto a 10-12 anni fa.

Osservando e commentando i movimenti del match contro il Napoli, è facile concludere che uno come lui calzerebbe a pennello in qualsiasi sistema tattico. Il Napoli ha commesso errori in difesa, ma ha avuto di fronte un osso durissimo. L’unico attaccante di Serie A che può competere con Zlatan è CR7. E, in tutto il mondo, gli attaccanti centrali così dominanti sono ben pochi. Allo stato attuale, nel panorama europeo possiamo pensare a Haaland o Lewandowski. Con la differenza che Ibra è immenso sia a livello fisico che tecnico-tattico.