Il Milan ha espugnato meritatamente il San Paolo, interpretando la gara in maniera quasi perfetta. C’è stata qualche sbavatura da parte dei rossoneri. Molte di più sono state quelle della squadra di Gattuso.
A fare la differenza sono stati i singoli, in barba a chi sottovaluta rosa ed effettivi del Milan. Kessié è finalmente maturo, Bennacer è un professore, Theo Hernandez un cavallo, Calabria un soldatino affidabile. Poi c’è Rebic, che è tornato ai livelli straordinari del Mondiale di Russia 2018. Si aggiungano a questa squadra un portierone come Gigio Donnarumma e Sua Maestà Zlatan Ibrahimovic, e il gioco è fatto.
Dal canto suo, il Napoli di stasera non ha contrapposto la stessa qualità in termini di uomini. La sosta nazionali ha certamente influito e qualche calciatore non è all’altezza per certi traguardi. La rosa è oggettivamente lontanissima da quella che aveva a disposizione Sarri. La società ha profuso tanti sforzi economici, ma sono stati commessi errori. Nessun centrocampista è minimamente paragonabile a Hamsik e Jorginho. Mertens, in gol oggi, ha qualche anno in più. Politano è lontanissimo dal miglior Callejon. Manolas non è Albiol. Meret non ha la personalità di Reina.
Questa partita ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che la rosa rossonera non è affatto inferiore a quella azzurra. D’altronde il Milan ha tanti calciatori molto giovani e con grandi margini. Gli stessi Romagnoli e Calabria sono inoltre under 25. Questo Milan ha tutto per crescere. La nidiata terribile di giovane è poi guidata da un Ibra, vero e proprio sole attorno al quale ruotano gli altri pianeti.
Il Napoli aveva più problemi iniziali. La condizione di molti calciatori era abbastanza approssimativa. Mario Rui ha giocato dopo tempo e, visto quanto successo a Bologna, non era certo nelle migliori condizioni. Eppure gli azzurri hanno creato molto nel primo tempo, arrivando spesso alla conclusione. Nella ripresa il gol di Ibra (sempre straordinario e difesa del Napoli ancora una volta rivedibile) sembrava aver messo il sigillo sul match. Il Napoli ha comunque creato gioco e non si è scomposto.
Il rosso a Bakayoko, per intervento improvvido e insensato, ha facilitato le cose per i rossoneri. L’uscita di Ibra ha tenuto il match in bilico quasi fino all’ultimo. Poi ci ha pensato Hauge a chiudere il match. Il norvegese è l’ennesimo talento di una squadra dotata di una linea verde notevole. I rossoneri hanno sfruttato i problemi a centrocampo del Napoli. Questi problemi sono dovuti anche al calciomercato di questi anni, che ha impedito di consegnare ai tecnici un reparto bilanciato. Il talento c’è, ma il reparto è molto poco assortito.
Il Milan ha sfruttato la qualità dei suoi uomini migliori. Sarebbe ingeneroso e semplicisitico affermare che questa squadra sia Ibra dipendente. Lo svedese è il fuoriclasse, ma la rosa è ricca di talento. Theo Hernandez è imprendibile negli strappi, Kessiè e Bennacer hanno formato una cerniera estremamente valida e funzionale. C’è stata qualche incertezza in difesa, ma il Napoli ha comunque fatto valere la propria qualità tecnica. Il Milan ha fatto sua la partita grazie agli equilibri di formazione.
Equilibri che Gattuso è stato impossibilitato a trovare, viste due assenze importanti e la scarsa vena di qualche calciatore. Entrambe le squadre presentano un gioco offensivo importante. Il Milan è decisamente più potente e atletico e ha una rosa con maggiori equilibri. Oggi non ha certo trovato un Napoli dimesso, pertanto questa partita certifica la forza per i rossoneri. Quantomeno in chiave Champions…
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione