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I Paesi Baschi, una piccola parte della Spagna del Nord, dalla forte identità. Con questa identità il Napoli dovrà scontrarsi domani sera. I precedenti in terra basca sono nefasti, il Napoli di Benitez venne eliminato dall’Atletico Bilbao nei preliminari di Champions, correva l’anno 2014.

Sei anni dopo, ancora quella terra, ancora una partita decisiva, ma stavolta non sarà il Bilbao l’avversario da battere, ma la Real Sociedad.

Diciamoci la verità, quando ai sorteggi il Napoli pescò in seconda fascia i baschi, in molti pensarono: “Tutto sommato, non è andata male”.

Mai esclamazione fu più azzardata!

Oggi la squadra di San Sebastian (non al Vesuvio) è prima nella Liga – per carità il Real deve recuperare una gara e l’Atletico addirittura due –  ma di certo non siamo difronte ad una cenerentola del calcio iberico, anzi.

La squadra di Imanol Alguacil, uno per intenderci che ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del club, interpreta nel modo più verosimile possibile il calcio spagnolo.

Un 4-1-4-1 di “Michelsiana” memoria: l’olandese Rinus Michelas fu padre putativo del calcio totale.

Molto simile, con le dovute proporzioni, al primo Barcellona di Guardiola. Non solo per una questione tattica, ma anche per una forte identità che vede numerosi giocatori cresciuti nel settore giovanile arrivare in prima squadra.

Costruzione dell’azione dal basso, col portiere Alex Remiro che si trasforma nel primo centrocampista ed una trequarti dove abbonda tecnica individuale ed intelligenza tattica. I quattro moschettieri, che poi sono coloro ai quali il Napoli deve prestare molta attenzione sono: David Silva, Mikel Oyarzabal, Mikel Merino e Portu.

Ma se le qualità di David Sila e di Oyarzabal, sono ormai note a tutti, quelle dell’esterno Portu e del “pendolo” Merino sono ancora tutte da scoprire.

Massima attenzione agli inserimenti e la capacita di saltare l’uomo della trequarti basca, ma anche molta attenzione alla capacità della Real di cambiare modulo a gara in corso.

Ruolo fondamentale nei movimenti senza palla dei baschi è quello di Merino. Il classe 96’ con esperienza in Germania ed in Inghilterra (Dortmund e Newcastle) è solito oscillare dalla tre quarti, quando la Real si schiera con 4-1-4-1, al centrocampo, in un 4-2-3-1 dove di solito affianca l’ex Real Madrid Illaramendi, ma molto presumibilmente domani invece affiancherà Guevara.

Occhio anche alla punta. Il centravanti, salvo stravolgimenti dell’ultima ora, dovrebbe essere lo svedese Isak. Il classe 99’ in patria, era considerato l’erede di Ibrahimovic tanto da attirare subito su di se gli occhi delle big europee. Il passaggio dal campionato svedese a quello tedesco (Borussia Dortmund) gli ha creato qualche grattacapo. Prima il prestito in Olanda al Willem e poi nell’estate del 2019 l’arrivo in Spagna, dove pare aver trovato la sua dimensione.

Pericoli finiti? Macché!

Alguacil, in questo inizio di stagione, ha già ruotato ben 21 giocatori sui 25 a disposizione, sintomo di una rosa lunga e competitiva. Il tecnico è un giocherellone e provocatore, come dimostrato dal commento pungente su Maradona.

Attenzione dunque anche ai cambi, con l’ex stellina dello United Adnan Junazaj, già autore di due reti in campionato, e dell’astro nascente di casa il classe 2001 Ander Barrenetxea.

Non parliamo certamente di un Top club, ma servirà il miglior Napoli possibile per riuscire a strappare un risultato positivo a San Sebastian.

 

Walter Vitale