Cosa abbiamo appreso da Parma-Napoli
Il Napoli di Gattuso ha fatto storcere il naso dopo il primo tempo, ma ha svoltato nella ripresa. Ecco cosa abbiamo appreso dal match
Dopo un primo tempo di possesso palla senza creare particolari pericoli, il Napoli di Gattuso ha svoltato nel secondo tempo.
La partita è stata piuttosto particolare, con gli azzurri che hanno palesato difficoltà nel primo tempo, mentre nella ripresa hanno svoltato con il 4-2-3-1.
Nel primo tempo sembrava che gli azzurri fossero in difficoltà fisica, anche a causa del poco tempo a disposizione per la preparazione. Ricordiamo che il Napoli ha giocato in Champions contro il Barcellona nei primi 10 giorni di agosto. Nel primo tempo, la squadra di Gattuso ha tenuto palla, ma ha creato molto poco.
Gli azzurri si sono dovuti scontrare contro un Parma molto ben chiuso. La squadra di Liverani non ha espresso un calcio molto dissimile da quello di D’Aversa in fase difensiva, ma senza Kulusevski e Gervinho la pericolosità offensiva non poteva essere la stessa.
La modifica tattica di Gattuso va vista nell’ottica della poca pericolosità offensiva del Parma, soprattutto in contropiede. La tipologia dell’avversario ha fatto sì che il Napoli potesse schierarsi con una disposizione estremamente offensiva. La sola presenza di Victor Osimhen ha sparigliato le carte, mettendo in subbuglio la difesa del Parma.
Il calciatore nigeriano sa occupare l’area, giocare di sponda, muoversi verso l’esterno e, soprattutto, ha un altro passo rispetto ai difensori avversari. Basti pensare all’azione in cui ha recuperato tre metri a Iacoponi con uno scatto. Il Napoli dello scorso anno ha manifestato problemi offensivi, soprattutto in termini di alternative, ma il nigeriano garantisce varianti prima d’ora inesistenti.
Il Parma, dal canto suo, dovrà mettere mano al portafoglio. Serve qualcuno che garantisca il cambio di passo (Kulusevski era troppo importante) nonché aggiungere tecnica complessiva. L’intelaiatura difensiva è buona, ma quando scema l’intensità del pressing vengono fuori i limiti, soprattutto al cospetto di avversari decisamente più attrezzati.
Il passaggio del Napoli al 4-2-3-1 aveva fatto storcere il naso a molti, ma Riccio è uno dei match analyst più apprezzati d’Italia e Gattuso è reputato un tecnico in ascesa, mentre spesso si critica da dietro una scrivania da giornalisti. Da parte nostra non nutrivamo grossi dubbi nonostante il duo di centrocampo fosse composto da Fabian Ruiz e Diego Demme. Il Parma non riusciva a ripartire e il Napoli stava pressando. Serviva solo inserire un attaccante di peso e rapidità. Con gli spazi più larghi ne ha beneficiato anche Lozano, che d’altronde non aveva giocato male neanche nella prima frazione di gioco.
Il Napoli è una squadra decisamente da Champions, ma per potersi divertire e dire la sua in Europa League ha bisogno di un centrocampista di gamba e di un altro esterno a comporre la batteria. Un Koulibaly così attento e focalizzato, in caso di permanenza, sarebbe un valore aggiunto.
Vincenzo Di Maso

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione