Fino ad oggi, il nome di Weston McKennie diceva poco e nulla agli appassionati di calcio nel Belpaese. Paratici sta concludendo quindi un vero e proprio colpo a fari spenti.
McKennie è amico di Christian Pulisic, stella del Chelsea, e ha vissuto in una base militare per il lavoro del padre. Quando Weston aveva sei anni la famiglia era a un bivio tra Alaska e Germania. I genitori scelsero Kaiserslautern, città in cui il padre lavorava in una base militare statunitense.
La sua famiglia fu quindi a un passo dal trasferirsi in Alaska. Il calciatore scherza a riguardo, affermando che sarebbe potuto diventare uno snowboarder. Da ragazzino, decise spontaneamente di recarsi in una struttura al coperto per giocare a calcio. A 17 anni è arrivata la prima chiamata dalle selezioni giovanili a stelle e strisce, mentre il debutto in nazionale è giunto quando aveva soli 19 anni.
Da piccolo ha mosso i primi calci nell’FC Phönix Otterbach, prima di tornare in Texas con la famiglia. Dal 2009 al 2016 ha militato nelle giovanili dell’FC Dallas. A febbraio 2016 ha firmato una lettera d’intenti per l’Università della Virginia, dove avrebbe giocato per i Cavaliers. La contestuale offerta dello Schalke ha cambiato le carte in tavola e il ragazzo è tornato in Germania.
Con gli allenatori Domenico Tedesco e Huub Stevens ha ricoperto ben sei posizioni in campo. McKennie si vede un calciatore “box-to-box”. Ha difatti ricoperto i ruoli di terzino destro, difensore centrale, mediano, mezzala, centrocampista offensivo e seconda punta. E lo ha fatto con la squadra principale dello Schalke, in Bundesliga, non a livelli giovanili o in MLS. Riduttivo pertanto definirlo semplicemente un mediano.
Il ragazzo è inoltre elogiato per la sua disciplina, la sua umiltià e la sua voglia di migliorare. Il ragazzo è ancora decisamente perfettibile, ma è dotato di temperamento, qualità fisiche e tecniche per poter ritagliarsi spazio presto. Tre stagioni con tante presenze in Bundesliga, sei presenze e un gol in Champions, unite a 19 partite e 6 reti con la maglia della nazionale USA sono un biglietto da visita di tutto rispetto.
Nelle idee di Pirlo, lo statunitense andrebbe a sostituire Matuidi, che ha lasciato la Juve per trasferirsi in MLS. I dati sugli intercetti sono impressionanti. Tra i calciatori dei cinque campionati europei principali con maggior numero di intercetti McKennie si classifica al secondo posto, dietro Rice del West Ham, davanti a Bennacer del Milan.
Alto 1,85 per 84 kg, l’americano è un centrocampista dalle lunghe leve, forte fisicamente e che non molla mali. Si rende protagonista di frequenti interventi in scivolata e su questo aspetto deve migliorare, viste le tante ammonizioni (17 in 75 partite). Grazie a fisicità e dinamismo, può aggiungere freschezza e un centrocampo che è andato spesso in difficoltà a livello atletico. Sui passaggi (percentuale di passaggi riusciti inferiore al 70%) c’è da migliorare, ma l’età è dalla sua.
McKennie è un centrocampista lontano dall’essere “fatto e finito”, ma le qualità atletiche sono fuori dall’ordinario. Tatticamente è già preparato, avendo giocato da titolare in un campionato vero come la Bundesliga. La sfida nel breve-medio termine sta nel fargli ridurre l’irruenza. Ma la resistenza e la volontà sono indiscutibili. Basti pensare che ha coperto 12,36 km nella partita contro il Bayern, dominando anche i duelli aerei.
Su di lui c’erano anche Aston Villa, Manchester City e Liverpool, mentre lo aveva adocchiato anche Carlo Ancelotti. Il suo tecnico allo Schalke David Wagner ne rimarca le doti di percussione. McKennie è solito spostarsi in posizione di mezzala destra palla al piede, superando gli avversari sullo slancio. Con il suo fisico è in grado di vincere gli uno contro uno sia in fase difensiva che offensiva, mentre è dominante di testa.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione