Qualcuno obietterà, affermando che Conte si sta giocando “la Serie B d’Europa” dopo essere uscito “dall’Europa che conta”. Altri parlano di torneo falsato a causa della condizione fisica diversa tra le squadre. Altri ancora sostengono che l’Inter ha eliminato squadre nettamente superiori in termini di rosa, blasone e fatturato.

Si tratta di verità parziali, che non analizzano la situazione in toto.

L’Inter è uscita dall’Europa che conta per un nonnulla, facendosi rimontare da un Borussia che nel secondo tempo correva di più e vittima di non poca sfortuna contro il Barcellona.

La condizione fisica ha falsato Champions ed Europa League, ma essere arrivati così in forma è merito dello staff dell’Inter. Le altre italiane sono arrivate che boccheggiavano, chiaramente per colpe non loro, ma delle folli scelte di calendario della FIGC. L’Inter ha improntato la preparazione sull’EL e ha avuto ragione. Tra l’altro ha chiuso il campionato con 82 punti, rimediando ad alcune figuracce nel girone di ritorno.

L’Inter è nettamente superiore a Getafe, Leverkusen e Shakhtar e non ci sono dubbi. Il punto è che, fino allo scorso anno, certe squadre in Europa creavano grossi problemi ai nerazzurri. Gli investimenti della società e il lavoro di Conte hanno fatto sì che nascesse una squadra solida ed equilibrata, capace di dettare legge contro certi avversari.

Eppure fino a un mese e mezzo fa questa Inter era tutt’altro che solida ed equilibrata. Cosa è successo? In primo luogo, lo staff ha lavorato molto su una preparazione finalizzata ad arrivare al massimo della forma ad agosto. Almeno al massimo della forma compatibilmente con questo periodo. Sono stati poi fondamentali i rientri dagli infortuni.

Aver riavuto Barella al top e aver ritrovato i migliori Lautaro e Godin ha sicuramente aiutato Conte. Il tecnico ha promosso l’uruguaiano come titolare, considerate anche le difficoltà di Skriniar a calarsi nella parte in questo schieramento difensivo. Il miglioramento della condizione fisica di Godin non è l’unico motivo delle sue ottime prestazioni.

Vicino all’ex Atletico ci sono D’Ambrosio e Barella, calciatori che Conte non ha avuto per parte del girone di ritorno. Ciò consente all’uruguagio di non trovarsi praticamente mai isolato e poter effettuare gli interventi che sono il pezzo forte del suo repertorio. L’ex Cagliari si rende protagonista di grandi recuperi e strappi, mentre l’esterno di Caivano dà una mano in fase difensiva, corre sulla fascia e si inserisce in zona gol.

La chiave del miglioramento risiede proprio nelle prestazioni dei due calciatori inseriti in queste partite di Europa League. L’attacco ha invece beneficiato naturalmente del ritorno al top di Lautaro. Con un Lukaku straripante, l’argentino, attaccante il cui gioco si sposa alla perfezione con quello del belga, ha fatto il bello e il cattivo tempo. Tra i marchi di fabbrica contiani c’è quello di esaltare al massimo il gioco tra la punta potente e quella scattante.

In conclusione, Conte ha cambiato l’Inter in due mosse, dando fiducia a Godin e D’Ambrosio, i quali sono stati fondamentali a livello tattico. I rientri al top di Barella e Lautaro hanno fatto il resto. L’ex Cagliari è moto perpetuo e fa girare al meglio tre reparti quando è al top. L’argentino diventa pericoloso in un raggio di 40-50 metri dalla porta, considerando velocità e doti di finalizzazione.