Atalanta, alzarsi in piedi e applaudire
Non è stata la vera Atalanta. Analizziamo questo e tanto altro nel nostro commento alla rimonta subita contro il PSG.

Senza farci condizionare dal risultato, possiamo tranquillamente asserire che l’Atalanta era lontana dalla forma migliore. Non abbiamo visto la squadra spumeggiante di un mese fa, quella che aveva dominato a Torino contro la Juve.
Non è stata la migliore Atalanta, ma per quasi 90 minuti è stata la squadra cinica e unita che portava a casa i risultati con le unghie e i denti quando non era in condizione. Proprio la condizione è oggi mancata. La partita di oggi mette a tacere parte di coloro che facevano insinuazioni sul doping.
Eppure, questa Atalanta sulle gambe per gran parte della partita ha resistito al PSG. La fortuna la ha assistita, almeno fino al gol di Marquinhos. I francesi hanno spinto per tutto il match, con buona pace di chi asseriva che non giocare partite ufficiali per 5 mesi è deleterio per la condizione.
In realtà il PSG ha giocato tante amichevoli e due partite ufficiali. Chi ha disputato 13 partite nel giro di poco più di un mese arriva decisamente più logora. Eppure, con le unghie e i denti, la squadra di Gasperini è arrivata vicina a coronare il sogno di raggiungere la semifinale.
Avevamo dato il 50% ad entrambe le squadre di passare il turno. Stavolta ci abbiamo azzeccato, visto che la partita è stata in equilibrio fino alla fine.
In molti che criticano l’Atalanta per aver subito troppo, dimenticano poi lo strapotere economico del PSG. Dal 2011 la squadra di Al-Khelaifi ha speso 1,5 miliardi in cartellini e 3 miliardi in ingaggi. A pochi minuti dall’eliminazione, arriva per la prima volta in semifinale di Champions.
Venendo alla gara, gli Orobici si sono trovati di fronte un Neymar in stato di grazia, tranne sotto porta. Quando è entrato Mbappé le soluzioni sono aumentate, ma la squadra bergamasca si è intelligentemente abbassata, pur concedendo occasioni a un avversario decisamente più in palla fisicamente.
Senza Ilicic e con Gomez acciaccato, gli uomini di Gasperini hanno lottato come leoni, arrivando a un passo dal sogno. Gli Orobici hanno giocato una gara di cuore e quantità, lontana, lontanissima dai livelli in cui esprimevano un gioco incantevole. Eppure sono stati sul pezzo, senza capitolare, se non nel finale.
Dopo il primo tempo in cui hanno lasciato troppo spazio alle punte avversarie, nella ripresa hanno giocato un match più attento. La squadra ha saputo soffrire, commettendo poi errori fatali nel finale. Parlare a posteriori è facile, ma l’unica mossa di Gasperini che lascia perplessi è la scelta di inserire Zapata e Muriel assieme, al posto magari di un mediano.
L’Atalanta può recriminare sia per la beffa finale sia per il non essere arrivata in grandi condizioni. Come occasioni e volume di gioco, il PSG ha meritato di passare il turno, ma si è trovato di fronte una squadra che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, capitolando quando non ne aveva più.
La prima esperienza è stata eccellente, per il prossimo anno l’Atalanta ha qualche speranza di terza fascia nel sorteggio. Fosse arrivata in semifinale ce l’avrebbe fatta, mentre adesso è più dura. Con questa esperienza, gli Orobici saranno sicuramente tra le squadre più temibili delle fasce inferiori. Già è comunque una grande conquista aver raggiunto i quarti e poterci riprovare nella prossima stagione.

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione