La Juve di Sarri ha sconfitto la Sampdoria all’Allianz Stadium e si è laureata Campione d’Italia, vincendo lo scudetto numero 36 della sua storia. Ad aprire le danza è stato il solito Cristiano Ronaldo, che secondo qualcuno era finito.
Tra i migliori Matthjis De Ligt, calciatore di cui tessiamo le lodi dal 2017. Quel De Ligt criticato, all’insegna di una mentalità tipicamente italiota, stucchevole e vetusta, volta all’iconoclastia dopo poche partite. Stesso discorso per Adrien Rabiot, anche lui oggetto del solito atteggiamento tipicamente nostrano.
Non è stata la Juve dominante di Allegri, non ha trovato avversari degni di tal nome (il Napoli di Sarri è stato l’unico che ha dato molto filo da torcere), ma arrivare a 9 scudetti di fila è tantissima roba. Maurizio Sarri è all’inizio di un percorso e anche lui è stato vittima di critiche e processi, anche da parte del cosiddetto “fuoco amico”.
La Juve è Campione d’Italia da oltre 3000 giorni, a dimostrazione del dominio instaurato da quando Andrea Agnelli è diventato presidente. Come abbiamo scritto a più riprese, Sarri ha avuto terreno fertile per vincere in scioltezza. Il tecnico tosco-napoletano si è ritrovato nella situazione di un pilota che aveva la macchina migliore ed è riuscito bene a fare il suo dovere.
Da parte nostra, che parliamo di scudetto a mani basse da inizio anno, ci prendiamo una rivincita a seguito dei commenti di scherno dopo qualche vittoria delle avversarie. Ci riferiamo all’Inter di Conte, sgretolatasi dopo il girone d’andata, che tra l’altro è stata battuta due volte su due dai bianconeri, in due partite senza storia. Con gli investimenti di Suning, i nerazzurri ambiscono tuttavia a diventare una rivale accreditata nei prossimi anni. Quest’anno lo erano solo nella fantasia di chi deve vendere copie, inventando improbabili lotte scudetto.
Fermo restando il livello di avversari non competitivi (in questi anni l’unica squadra di spessore è stato, come detto sopra, il Napoli di Sarri), vanno dati meriti non solo ai singoli. Sarri è andato incontro a difficoltà ma non ha mai perso la bussola. Dybala è stato un calciatore decisivo, ma con l’ottimo Allegri nell’ultima stagione non era titolare fisso. Pertanto, vanno dati anche i meriti a un tecnico eccessivamente criticato. Lo stesso Sarri che ha aiutato tantissimo De Ligt nel suo processo di integrazione nel calcio italiano.
Questo titolo odierno della Juve è, pertanto, un vero scudetto a mani bassi. I bookmakers hanno dato credito solo ai bianconeri. Restava da vedere con quante giornate di anticipo sarebbe arrivata la matematica certezza. Le giornate di anticipo sono state due. Con buona pace di qualcuno che troverà scuse parlando di casualità post-COVID, di arbitri (scagliandosi anche contro le moviole di Pistocchi, tipico juventino, vero?), di scie chimiche, di sfortuna e di complotti ordini a Bilderberg con Andrea Agnelli in prima linea.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione