Douglas Costa si è infortunato e, con ogni probabilità, ha chiuso qui la sua stagione. Il brasiliano è arrivato alla Juventus tre anni fa dopo tre stagioni al Bayern Monaco.
Dal 2018-2019 ha giocato 54 partite, molte dei quali spezzoni, segnando 4 gol, di cui solo due in campionato. Nel 2019-2020 già out 82 giorni secondo i dati Transfermarkt. Il brasiliano ha giocato appena il 25% dei minuti disputati dalla Juventus in stagione. Essendo più adatto a incidere da subentrato, sia Sarri sia Allegri lo inserivano nei secondi tempi per spaccare le partite.
Douglas Costa ha avuto un’incidenza da campione in alcuni match, mentre in altri in cui ha giocato è stato abulico e irritante. Una società come la Juve, dal fatturato di circa mezzo miliardo, si è potuta permettere un Douglas Costa a mezzo servizio, viste le indubbie qualità.
Il grosso problema è che il brasiliano ha sfoggiato queste qualità ad intermittenza. Il fatto che abbia giocato il 25% dei minuti della Juventus la dice lunga sulla scarsa affidabilità.
Cosa farne? L’obiettivo era averlo per il rush finale proprio per sfruttarlo come freccia all’arco di Sarri per fare bene in Champions. Vista l’età (i brasiliani mostrano spesso un drastico calo sui 30 anni) e i tanti infortuni, nonché l’ingaggio, un addio a fine stagione sembra la mossa più saggia.
Il giocatore può regalare cambi di passo, serpentine e giocate da campione, ma è abile e arruolabile troppe poche volte. In una squadra che punta a un traguardo importante e che voglia dare a Douglas Costa il posto da titolare, il brasiliano non darebbe alcuna affidabilità visti i tanti e continui problemi fisici.
La Juve non può certo puntare nuovamente su di lui. Sarà anche decisivo e formidabile in una partita su dieci, ma serve ben altra continuità. Tutto ciò fermo restando che l’esterno destro titolare nella prossima stagione non sarà Federico Bernardeschi…
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione