Gennaro Gattuso ha raddrizzato il Napoli dopo l’ammutinamento, le scorie lasciate dalla gestione Ancelotti e vista una rosa con un evidente problema. In estate vi allertavamo del fatto che James non era mai stato vicino. Ci siamo presi critiche, poi il diretto interessato ha confermato che l’Atletico, come asserivamo, è stata l’unica squadra a cui sarebbe potuto approdare.

La società si è fossilizzata sull’arrivo del colombiano, perdendo di vista altri obiettivi più impellenti. Ad ADL si può dire tutto, tranne che non abbia profuso sforzi significativi sul calciomercato per dare ad Ancelotti una squadra competitiva. Nella prima parte di stagione erano palesi i problemi dovuti alla mancanza di un centrocampista difensivo. A gennaio sono arrivati Demme e Lobotka, sistemando questo problema.

Il Napoli è decisamente più forte e quadrato ed è tornato a livelli da Champions. Non arriverà il piazzamento, visti i troppi punti persi nel girone d’andata, ma la squadra ha vinto la Coppa Italia. Per poter tornare ai livelli degli anni di Sarri serve costruire una squadra con pochi punti deboli, come era quella del periodo sarriano. Eppure sarà un Napoli diverso.

In che momento Ancelotti ha perso la squadra a livello tattico? A partire dall’addio di Hamsik, ovviamente. Lo slovacco è stato un campione a livello tecnico-tattico. Vertice alto essenziale, Hamsik era regista offensivo, incursore e assistman. In più giocava a pochi tocchi. Zielinski è un centrocampista dotato di tecnica purissima, ma non ha fatto il famoso salto di qualità. Il polacco gioca a troppi tocchi e va a intermittenza. Per carità, uno con le sue qualità va tenuto in rosa senza se e senza ma, a meno di offerte irrinunciabili. Stesso discorso di Fabian Ruiz, elemento che però deve giocare nella trequarti avversaria, in quanto commette troppi errori di transizione.

Il faro del Napoli è Lorenzo Insigne in termini di costruzione di gioco. Senza il capitano la squadra perde tantissimo nelle transizioni offensive, nella pericolosità e nelle alternative. Abbiamo parlato di Napoli diverso rispetto a quello del triennio sarriano. Cosa serve quindi?

Serve aggiungere fisicità. Il vecchio Napoli non era una squadra fisica, ma era molto tecnica e giocava a memoria. A prescindere dall’episodio del rigore al Milan, che secondo il noto ex arbitro Luca Marelli, era inesistente, la squadra ha palesato qualche difetto che le impedisce di incidere al meglio. Abbiamo tessuto le lodi di Eljif Elmas, che sarà in rosa il prossimo anno, ma non è ancora un calciatore pronto per giocare titolare. Allan è sul piede di partenza, mentre in rosa, nel reparto nevralgico, urge un elemento che sappia giocare a due tocchi e sia concreto.

Serve chiaramente una punta atletica, che faccia a spallate con gli avversari. In tal senso, l’eventuale arrivo di Osimhen sarebbe manna dal cielo per il reparto offensivo. Visto l’addio di Callejon, ancor più serve un esterno destro di spessore. Se a sinistra Lozano può fornire un’interessante variante di gioco, a destra Politano non è all’altezza per rivestire un ruolo importante. Sarà pertanto fondamentale acquistare un esterno tecnico e atletico. Il gioco di Gattuso, pur avendo delle similitudini con quello di Sarri, è strutturalmente diverso. Serve un esterno di grande gamba, tecnico e bravo nello stretto. Il sogno è Lucas Moura e questo può essere un profilo valido. Al centro della difesa non sarà preso un titolare fisso in caso di addio di Koulibaly, mentre serve un terzino sinistro fisico da alternare a Mario Rui.

Parlando di calciomercato, Aurelio De Laurentiis ha oggi dichiarato: “Avete visto il Sassuolo, quanti gol ha fatto quel Caputo a 32 anni? Bisogna essere umili, non cercare sempre nomi e colpi di teatro, ma pedalare, senza proclami che si riversano sempre contro, non sia mai succede qualcosa“. Sul mercato saranno quindi importanti profili di calciatori umili, che abbiano fame e siano dotati di margini di miglioramento importanti, fermo restando doti atletiche che a questa squadra obiettivamente mancano.