Il centrocampista brasiliano Arthur Henrique Ramos de Oliveira Melo sarà un calciatore della Juve. L’ex Gremio è alla seconda stagione nel Barcellona, con cui ha vinto una Liga e una Supercoppa spagnola. Con la maglia del Gremio Arthur aveva conquistato la Libertadores, mentre con quella del Brasile ha vinto la Coppa America.

La Juve si assicura quindi un centrocampista classe ’96 abituato a vincere e ad essere protagonista. A soli 22 anni ha fatto il grande salto da una squadra brasiliana a una top europea. Ai tempi degli esordi con il Gremio si definiva così: «Sono un giocatore tecnico che si occupa della costruzione della manovra. Provo sempre a capire il sistema di gioco, così da distribuire il gioco e guidare il tempo dell’attacco».

Le abilità nel passaggio

Come si può facilmente intuire, un profilo come Arthur è come il cacio con i maccheroni per il gioco di Sarri, ma sarebbe perfetto anche per altri allenatori. In un centrocampo a tre dà chiaramente il meglio e può svilupparsi sia come regista, sia come interno sia come vertice alto. Si tratta di un elemento che si trova a suo agio in un centrocampo che opera transizioni ragionate e in cerca del pertugio. Arthur è, pertanto, un calciatore adatto a dettare i ritmi di gioco.

Estremamente forte nel resistere alla pressione avversaria, Arthur gioca sempre a testa alta, ha un gran primo controllo orientato, facilitato dal baricentro basso e dalla grande rapidità, nonché da una tecnica tipicamente brasiliana. Due anni fa un certo Leo Messi lo presentava così: «Tutti i nuovi giocatori sono di ottimo livello, però se devo sceglierne uno da sottolineare è Arthur. Mi ha sorpreso: è molto affidabile e sicuro». Il giornale El País definì Arthur “il fondamentalista del passaggio”.

La posizione di Arthur al centro-sinistra della zona nevralgica, che prima era giocata da Iniesta, ne esalta l’intelligenza difensiva e l’acume nei passaggi. Inoltre, è in continuo movimento e riesce a liberare la pressione dai compagni, venendo incontro e spostandosi in zone dove è meno pressato.

Il repertorio di finte a protezione del pallone, come il giro a 360 gradi, ricorda i movimenti di Xavi.

Posizionamento difensivo

Con la sua solida consapevolezza posizionale, una visione di gioco notevole, Arthur riesce a bloccare gli spazi chiave tra gli avversari. Il centrocampista brasiliano riesce a fermare gli avversari con la rapidità e una buona predisposizione ai contrasti, a dispetto dell’altezza non elevata.

Grazie alla sua grande astuzia, oltre a bloccare le linee di passaggio, Arthur riesce a seguire l’avversario nei movimenti. Pertanto, non solo riesce a coprire la profondità con il suo dinamico posizionamento difensivo, ma anche a rallentare le transizioni offensive.

Sulla trequarti

Quando Arthur arriva sulla trequarti per servire le punte, si trova particolarmente a suo agio nel servire le punte. Non può ricoprire la posizione di trequartista non essendo dotato di grande esplosività per saltare l’uomo.

Eppure quando arriva a ridosso dell’area è dotato della giusta inventiva per poter imbeccare le punte sia con filtranti bassi che con palloni alti.

 

Limiti

Oltre a non avere quella grande esplosività sul lungo, fermo restando invece la grandissima abilità nello stretto, Arthur non è un calciatore abile a concludere, segnando difatti pochi gol. Non è dotato di freddezza e finalizzazione sotto porta, pensando più che a passare che a mettersi in proprio.

Fermo restando la sua indiscutibile abilità nel dribbling e nei passaggi, Arthur eccede troppo spesso nelle giocate e nel tenere palla, senza giocarla velocemente a pochi tocchi. Difetto che si può limare con la giusta disciplina e che deve partire dal calciatore stesso.

 

Uno come lui fa recuperare i palloni in una posizione del campo più vicina all’area di rigore avversaria, è un calciatore rapido che perde poche palle, ha personalità e rapidità. Se favorirà il gioco a due tocchi tanto amato da Sarri e diventerà più cattivo in zona gol, potrà diventare un fuoriclasse.