• Tempo di lettura:4Minuti

Con la ripresa della Serie A, a porte chiuse, rammentiamo che il capocannoniere della massima serie con lo stadio vuoto è Gionatha Spinesi. Il bomber di provincia toscano ha segnato 4 gol a porte chiuse, tutti con la maglia del Catania nella stagione 2006-2007, peraltro in quattro stadi diversi: Lecce, Bari, Cesena, Verona. A segnare due reti a porte chiuse in quel Catania fu invece Re Giorgio Corona.

Spinesi ha avuto un percorso di carriera sui generis. Grande promessa da under 21, ha trascorso la stragrande maggioranza della carriera in Serie B. Quando il suo percorso sembrava essere oramai stagnato, ecco il “Clamoroso al Cibali”.

Riavvolgendo il nastro, ricordiamo Gionatha Spinesi muovere i primi calci da professionista in quel Castel di Sangro a seguito della storica promozione in Serie B. Negli abruzzesi figuravano calciatori come un giovane Daniele Franceschini, Pietro Fusco (sì, quell’arcigno difensore che in un’Empoli-Inter non fece toccare palla a Ronaldo il Fenomeno), Massimo Lotti, Domenico Cristiano e Tonino Martino. In Abruzzo segnò solo 8 reti in due stagioni e nel 1998 fu trasferito al Bari.

Era il Bari di un Antonio Cassano in rampa di lancio. I pugliesi ci puntarono, intravedendone il potenziale. Potenza, colpo di testa, grinta e fame non gli mancavano e bisognava affinarne la mira. Questo potenziale non sfuggì neanche al CT della nazionale under 21 Marco Tardelli, il quale lo convocò per gli Europei del 2000 in Slovacchia, vinti dalla nostra nazionale. Con l’under 21 chiuse con un ottimo bottino di 5 reti in 8 partite, segnando un gol contro la Turchia a quell’Europeo.

Con la maglia del Bari andò sempre in doppia cifra nella Serie cadetta: 15 gol nel 2001/2002, 16 in quella successiva e 12 in quella dopo. Nel 2004/2005 il passaggio all’Arezzo di Pasquale Marino (sì, quella squadra che due anni dopo Antonio Conte e Maurizio Sarri non riuscirono a salvare), con il quale vinse il titolo di capocannoniere.

Quell’annata gli valse la chiamata dell’ambizioso Catania del presidente Pulvirenti. Il DS Lo Monaco lo portò in Sicilia assieme a Pasquale Marino. Era un Catania che annoverava tra le proprie fila anche Mascara, Del Core e De Zerbi. Spinesi spinse il Catania verso la promozione, chiaramente a suon di gol.

Confermatissimo nella stagione successiva, a 28 anni di età Spinesi ebbe una seconda occasione in Serie A. E la sfruttò alla grande, segnando ben 17 reti sfiorando anche la convocazione nella Nazionale maggiore. Era l’Italia post-Mondiale e annoverava alcuni tra i migliori calciatori al mondo e un parco attaccanti di grande livello.

Tra i gol più belli con la maglia del Catania in A, indimenticabile quello contro il Milan a Bologna, dove il Catania giocò in campo neutro ma aveva ritrovato i suoi tifosi. All’ultima giornata, nella sfida salvezza contro il Chievo (sempre al Dall’Ara) l’attaccante toscano non giocò perché infortunato, ma era ad incitare i compagni a bordocampo. Memorabili la sigaretta fumata, la tensione al fianco del presidente Pulvirenti e il pianto liberatorio con Davide Baiocco, un’immagine entrata nell’immaginario collettivo dei tifosi del Catania.

E poi il celebre bacio a Vargas…

Nel 2007-08 Spinesi trovò tante difficoltà a causa di qualche infortunio di troppo. Mise a segno. Segnò 7 reti in campionato, ma quasi tutte pesantissime per la salvezza. Grazie alle sue reti in Coppa Italia, il Catania arrivò fino in semifinale. L’attaccante pisano fu costretto ad abbandonare il calcio giocato l’anno dopo a causa dei persistenti problemi fisici e mancanza di stimoli., annullando l’accordo con il Pescina Valle del Giovenco. «Lascio il calcio perché non ho più stimoli (…) perché ingannare brave persone, come i dirigenti che mi avevano agganciato, pur di portare a casa uno stipendio?».

Spinesi è uno dei tanti calciatori che ha incarnato la parte romantica e poetica del calcio. Dietro ai grandi bomber delle big ci sono loro. Parliamo dei cannonieri che segnano reti a grappoli sempre e solo nelle piazze minori del calcio italiano.