La Juve ha perso la finale di Coppa Italia ai rigori contro il Napoli, non conquistando il secondo trofeo nazionale dopo la Supercoppa italiana giocata a dicembre contro la Lazio.

A differenza della sconfitta ai rigori in Carabao Cup lo scorso anno nel match tra Chelsea e Manchester City, questa è stata decisamente meritata. Lo scorso anno i Blues tennero testa e si difesero bene contro un avversario indubbiamente superiore. Già contro il Milan, la Juve non ha prodotto gioco, tolta la prima metà della prima frazione di gioco. Contro il Napoli, al cospetto di una squadra solida ma anch’essa non in grande condizione, ha fatto molto male. Il giudizio negativo non sarebbe cambiato se ai rigori la Juve avesse vinto.

Analizziamo prima le attenuanti, poi le colpe di Sarri.

Attenuanti

Le giustificazioni a queste due partite negative, terminate entrambe sullo 0-0 nei 90 minuti, sono chiaramente relazionate con la mancanza di preparazione nei tre mesi di sosta forzata. La Juve ha anche calciatori muscolari e altri che non riescono a rendere se non sono brillanti.

Oltre a queste due gare di Coppa Italia, la Juve ha palesato limiti a centrocampo, che indubbiamente esulano da Maurizio Sarri. Rabiot è arrivato a Torino con lo spirito sbagliato e da anni la sua arroganza ne ha messo un freno alla carriera. Khedira e Matuidi sono in avanti con gli anni e il tedesco non dà alcuna garanzia fisica.

Bentancur è l’unico affidabile, ma non è certamente Pogba, mentre con Pjanic si è rotto qualcosa da tempo e il bosniaco è in lista di sbarco. Ramsey è un altro calciatore che non dà garanzie fisiche, mentre Bernardeschi ha patito il salto in bianconero.

Paratici non ha costruito una squadra adatta al gioco di Sarri e la tenuta atletica del centrocampo sta esacerbando i problemi. Lo sforzo economico per De Ligt e Cristiano Ronaldo ha fatto trascurare il reparto nevralgico.

Infine, il gioco di Sarri ha bisogno di rodaggio e condizione. In questa situazione particolare non fa miracoli.

Colpe

La maniacalità del tecnico e il suo perseverare con le proprie idee può essere sia un pregio che un difetto. Quando la squadra stava in condizioni fisiche decenti, Sarri è stato bravo a non insistere con il bel gioco e a puntare sulle giocate dei singoli.

Adesso che la condizione generale è assolutamente negativa e che in attacco mancano velocità e brillantezza, non avendo un piano B in tal senso, Sarri non è riuscito a fare fronte a queste criticità, non proponendo alternative. Da fuori è facile parlare, ma lascia perplessi il fatto di vedere una Juve lenta e, allo stesso tempo, monotematica.

Inoltre le scelte di formazione non sono sempre state lucide e a centrocampo sono stati effettuati troppi cambi che non hanno cambiato le partite.

Se la Juve ritroverà brillantezza, soprattutto negli uomini chiave in avanti, potrà ottenere molti punti, vincere lo scudetto e rimettersi in carreggiata anche per la Champions. In tal senso, Sarri non deve tuttavia aspettare che ciò avvenga per osmosi.

Vincenzo Di Maso