Napoli, la top XI dell’era De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis si è insediato come presidente del Napoli nell’estate 2004. Tre anni dopo gli azzurri sono arrivati in Serie A. Dal 2009-2010 la squadra partenopea non ha mai fallito l’accesso alle coppe europee. Merito della continuità del lavoro di ADL. Eppure al Napoli è sempre mancato quel salto di qualità, soprattutto a livello di business, per poter diventare un gigante.

Ad ogni modo, nell’ultimo decennio hanno vestito la maglia del Napoli calciatori di tutto rispetto, alcuni consacratosi come top player. Abbiamo provato a stilare una formazione, equilibrata tatticamente, con i migliori calciatori dell’era De Laurentiis. Il modulo è un realistico 4-3-3, ragion per cui abbiamo inserito solo tre attaccanti.

Avremmo potuto scegliere un 4-4-2 di Ancelottiana memoria, ma è decisamente più realistico ed equilibrato un 4-3-3, con Sarri alla guida. Fermo restando le ragioni tattiche della formazione, sarebbe stato blasfemo non inserire Marek Hamsik, ex capitano e calciatore che ha fatto la storia del Napoli.

PORTIERE

Nessun dubbio nell’assegnare i guantoni da titolare a Pepe Reina, elemento che gestiva la difesa in maniera manistrale. Sono arrivate papere, soprattutto nei tiri da lontano, ma anche parate decisive. Come alternativa abbiamo scelto Morgan De Sanctis. Alex Meret ha invece ancora tanto da dimostrare e ci riserviamo di valutarlo in futuro.

TERZINO DESTRO

Nato esterno di centrocampo, Christian Maggio, dopo un periodo di rodaggio si è adattato anche nel ruolo di terzino destro. Parliamo di una delle colonne del Napoli del decennio appena passato. Come vice scegliamo Hugo Campagnaro come terzino bloccato. L’argentino ha disputato partite di tutto rispetto anche in Champions League.

DIFENSORI CENTRALI

Nessuna difficoltà nello scegliere Raul Albiol e Kalidou Koulibaly come centrali. Parliamo dei due pilastri del Napoli di Sarri. Kostas Manolas è arrivato da poco, ma è troppo forte per non essere inserito come alternativa. Come seconda alternativa scegliamo Paolo Cannavaro, altra colonna dei Napoli di inizio decennio.

TERZINO SINISTRO

Faouzi Ghoulam ha disputato un paio di stagioni devastanti e si è fermato sul più bello, quando si stava oramai consolidando come uno dei terzini più forti al mondo. Juan Camilo Zuniga è un’alternativa di tutto rispetto.

CENTROCAMPISTI

Scegliendo il centrocampo a tre, non possiamo non scegliere come titolare quello che ha rappresentato lo zoccolo duro del reparto nevralgioco di Sarri. Jorginho davanti alla difesa, Allan come mezzala e Marek Hamsik come vertice alto. Come vice Jorginho scegliamo Gokhan Inler, non sempre brillante, ma utile nella stagione del secondo posto e importantissimo con un paio di gol decisivi (o quasi) in Champions. Le alternative nelle altre due slot sono invece Piotr Zielinski e Fabian Ruiz.

ATTACCANTI

Ribadiamo la scelta del 4-3-3, proprio perché amiamo formazioni realistiche ed equilibrate. Edinson Cavani e Gonzalo Higuain sono stati due marziani. L’uruguaiano sarebbe potuto partire da destra. Fermo restando il livello pazzesco, soprattutto in termini di costanza di rendimento, mostrato da José Maria Callejon, non possiamo non inserire Cavani.

Con Maurizio Sarri ad allenare, è molto probabile che la scelta dell’ultimo componente del tridente sarebbe ricaduta su Lorenzo Insigne. L’esterno di Frattamaggiore è molto meno esplosivo e rapido rispetto a Lavezzi, ma tatticamente piace più agli allenatori, visto il lavoro di raccordo che svolge e considerata la possibilità di creare una catena di sinistra. Tra i tre, il più forte e quello che meglio ha fatto con la maglia del Napoli è senza dubbio Dries Mertens, ma il belga ha dimostrato di rendere molto meglio come attaccante. In un 4-3-3 gli allenatori preferiscono più un esterno che dia equilibri e funga da collante. Considerando che Cavani partiva da destra, è decisamente più fattibile inserire Insigne, anche se magari non è a livello degli altri contender.

TECNICO

Senza dubbio Maurizio Sarri con il suo 4-3-3, visto cosa ha dimostrato e considerata la tipologia dei giocatori. Con il 3-5-2 di Mazzarri sarebbero stati fuori troppi calciatori offensivi di altissimo livello. Il 4-2-3-1 di Benitez sarebbe stato un modulo fattibile ma, a maggior ragione, non avrebbe consentito la presenza di un altro attaccante puro.