Monchi ancora fuori luogo
Monchi è tornato a parlare della sua avventura alla Roma proferendo queste parole: “Per mesi sono stato lasciato solo. Quando ho accettato la proposta, ho anche accettato di cambiare habitat, lasciando la famiglia qui. Ci ho messo quattro mesi a capire solo dove fossi capitato. Tutti dicevano: ‘Lui è Monchi, è bravissimo, in fondo ha solo cambiato ufficio’. In realtà per quattro mesi nessuno si è preoccupato di aiutarmi come persona. E non è stato facile“.
Tralasciando il fatto che un DS di livello come lui e persona scafata dovrebbe mettere in conto le difficoltà iniziali, assolutamente fisiologiche, il suo modus operandi alla Roma è stato molto discutibile.
Monchi è stato per oltre un anno e mezzo il DS della Roma. Lo spagnolo, proveniente dal Siviglia, società alla quale è appena ritornato, con cui ha spesso trionfato in Europa League, era venuto in pompa magna e i tifosi lo avevano accolto benissimo, aspettandosi quel salto di qualità che mancava.
Il primo anno è stato buono a livello di risultati, fermo restando degli errori sul mercato, mentre io secondo è stato molto negativo, complice l’uscita dalla Champions League (fermo restando gli errori arbitrali), quella dalla Coppa Italia e il mancato arrivo nelle prime quattro.
Semplicemente Monchi ha floppato. Il confronto con i tifosi dopo il match contro il Porto fu acceso e il “Vi vengo a prendere a uno a uno” suona come una dichiarazione a dir poco infelice e fastidiosa. Il DS spagnolo si è attirato ulteriormente l’ira funesta dei tifosi, ai quali avrebbe dovuto solo chiedere scusa.
L’altro errore è quello di aver confermato Di Francesco per poi contribuire al suo esonero dopo il Porto, ma questo è un discorso trito e ritrito.

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione