Napoli, la fiera degli ignoranti più che dilettanti allo sbaraglio
Per la serie non facciamoci mancare nulla: dopo 2 titolari in scadenza, 2 rimasti controvoglia, ed una cessione annunciata, ecco il casting per l’allenatore. Nel Napoli l’esercito dei precari si ingrossa. Considerando la mancanza di risultati, lo stato di guerra tutti contro tutti, il quadro è completo. Verrebbe da dire: dilettanti allo sbaraglio. Ma una cosa del genere risulterebbe offensiva per i dilettanti. Che in genere, anche se lo fanno per seconda attività, ci mettono in massimo dell’impegno. Ed in genere sono appassionati e conoscono la materia. Nella gestione del calcio Napoli si va fatica a vedere anche la mano dei dilettanti. Sembra più una fiera degli ignoranti, gente che ignora del tutto come funziona il mondo del calcio.
Il casting per il dopo Ancelotti sarebbe già partito. Si fanno i nomi di Allegri, Spalletti e Gattuso. Nessuno dei tre, tra l’altro, rischia di essere adeguato. Ma il problema principale del Napoli non è l’allenatore, ma l’uomo mercato. Da quando è in serie A il Napoli ha solo in due circostanze fatto un grande mercato. Nell’estate del 2007 quando Marino portò in azzurro Hamsik, Lavezzi, Gargano, e poi anche a gennaio quando portò Santacroce e Pazienza. Anche questi due, certo. Santacroce si è perso per strada. Ma era un talento. Pazienza l’uomo giusto al posto giusto. L’altro grande mercato fu quello di Quillon nel 2013. Per il resto a volte sono arrivati buoni calciatori, o altri che si sono rilevati fenomenali e non lo erano prima, vedi Cavani.
Squadra da rifondare: serve un uomo mercato prima che un allenatore
Oggi prima di pensare al tecnico bisogna pensare a chi farà la squadra. Giuntoli è a Napoli da 5 anni. Se è lui, ma ne dubitiamo, a decidere il bilancio è negativo. Il bilancio è negativo anche se guardiamo ai movimenti minori, quelli sull’asse Carpi-Napoli per portare giovani nella squadra Primavera. Non ce ne è uno che è andato bene. Il fatto è che il mercato non lo fa neanche Giuntoli, lo sappiamo bene. Lo fanno De Laurentiis e Chiavelli, e non andiamo oltre.
Squadra da rifondare, dunque. E, volendo, non mancano neanche i soldi. Perché le cessioni di Koulibaly, Insigne e Allan potrebbero portare un bel gruzzoletto. Ma non si possono sbagliare gli acquisti. Servono giocatori pronti, e soprattutto funzionali. Non serve prendere, per fare un nome, Lozano, ma un Torreira, perché in questa squadra serve un uomo d’ordine, anche se poi non ci fai plus-valenze. Il mercato lo deve fare uno che capisce di pallone, non un commercialista.
Quanto all’allenatore guardiamo alla storia recente del Napoli. Hanno fatto benissimo tecnici in ascesa, con una precisa idea di gioco. Allenatori che allenano e non amministrano. Ha fatto bene Mazzarri, ha fatto meravigliosamente Sarri. Benitez è stato fondamentale per la costruzione della squadra e per aver dato una mentalità diversa al gruppo. Ma come allenatore è stato molto deludente. Il disastro di Ancelotti è sotto gli occhi di tutti. Dei nomi fatti sin qui Allegri è da escludere. Ha vinto in Italia 6 scudetti, ma lo ha fatto allenando grandi squadre, senza dare un’impronta di gioco. Spalletti è stato un fenomeno in passato, ha fatto bene in Russia, bene di nuovo alla Roma, ma all’Inter sembra aver esaurito la carica mentale. Gattuso è da verificare, ma francamente non sembra adatto al Napoli.
Non serve Allegri, ma un tecnico emergente e con idee
A Napoli serve un allenatore visionario. Capace di inventare calcio, provare col gioco a colmare il gap che nasce dal fatturato. Servono tecnici, in Italia o all’estero, che siano capaci di fare gioco, che abbiano fame e voglia di emergere. Allo stesso tempo, devono saper garantire equilibri. Un nuvoo tecnico avrebbe tanto su cui lavorare (Meret, Di Lorenzo, Manolas, Zielinski, Fabian, Lozano, Milik) ma avrebbe anche bisogno di coprire bene tutti i ruoli. Il mercato va fatto pensando alla squadra e non alle plus-valenze eventuali.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione