L’imminente approdo di Gareth Bale allo Jiangsu Suning, squadra cinese di proprietà della famiglia Zhang, sta innescando commenti speranzosi tra i tifosi dell’Inter.

Il punto è che nell’immediato Bale non può essere assolutamente dirottato all’Inter. L’escamotage di farlo prendere allo Jiangsu e poi girarlo alla squadra nerazzurra non è possibile. Da anni l’UEFA ha mostrato il pugno duro per sponsorizzazioni e affari tra società affiliate. Come abbiamo spiegato, riportando inchieste del NYT, il massimo organismo europeo per club ha chiuso finora due occhi con City e PSG. Il punto è che l’Inter non ha santi in Paradiso. E, anche se li avesse, un’operazione di queste proporzioni sarebbe troppo evidente.

Nel caso de quo si tratterebbe di un’affare tra parti controllate. La scure dell’UEFA bloccherebbe qualsiasi tentativo sul nascere. Il caso specifico è regolato dal regolamento Uefa (“Uefa Club Licensing and Financial Fair Play Regulations”, edizione 2015), che parla di “parti correlate”.

Sia chiaro: le operazioni tra club che condividono la stessa proprietà non sono vietate, ma devono essere effettuate al valore equo di mercato. Un revisore dei conti analizza qualsiasi operazione tra queste parti e stabilisce se il fair value è stato rispettato o meno.

Per fare un esempio, se Bale va allo Jiangsu per 60 milioni di euro, l’Inter può acquistarlo tra un anno a patto che offra un valore equo, previo rispetto del Fair Play Finanziario. Un valore equo può essere quello dell’ammortamento, cosa che renderebbe perfettamente lecita l’operazione. Un prestito gratuito o a cifre basse non sarebbe possibile e il revisore indipendente bloccherebbe l’operazione.