La nazionale ha potuto contare e potrà contare su un esterno rapidissimo e dalle grandi qualità atletiche, quel Manuel Lazzari che fino a poco più di un annetto fa non aveva ancora esordito in serie A. Dopo una serie di grandi prestazioni con la Spal, Mancini gli ha dato fiducia lanciandolo addirittura titolare contro il Portogallo al Da Luz.

Ma come descriveremmo Lazzari ad un tifoso che non l’ha mai visto?

Ha destato scalpore mesi fa una dichiarazione di Fabio Caressa a Sky che si diceva scandalizzato dalla differenza di valore, sul mercato, tra il giocatore della Spal e Cancelo, allora in maglia nerazzurra.

Già il titolo del video “Lo ha detto davvero” offre l’idea su cosa pensasse chi ha pubblicato le parole di Caressa.
Il giudizio del giornalista per molti offre il fianco alla differente valutazione su un giocatore, nel caso vesta la maglia di una big oppure no.

Al di là del paragone probabilmente azzardato, il giudizio di Caressa quantomeno certifica la miopia degli addetti ai lavori su determinati calciatori, forse perché non cool.

Anche adesso che Lazzari pare dominare le classifiche dei vari fantacalcio, il giocatore non ruba articoli su articoli come un Tonali o un Barella, tanto per citare altri giocatori accostati alle big.

Manuel Lazzari nella Spal ha quasi sempre vestito i panni di esterno in un 3-5-2 e viene istintivo pensare al primo Christian Maggio, quello che da Genova sponda Samp esplose con Mazzarri e giunse nel Napoli di Reja.

Rispetto all’ex vice capitano del Napoli, Lazzari appare maggiormente portato al gioco associativo, magari senza i piedi da trequartista di Cancelo-e siamo sempre là-ma con buona disinvoltura. Con Marusic condivide la corsa e la capacità di coprire la fascia, ma rispetto al montenegrino è decisamente più bravo nel cross.

Tra le partite manifesto, per l’estense, Spal-Inter del campionato scorso.

Il giocatore sfata le recensioni che lo dipingono un po’ monocorde nel tentare sempre le giocate con il destro e mette in crisi Asamoah in ben due occasioni rientrando sul sinistro. Le azioni ai minuti 00:57 e 2:29.
Nel primo caso, l’ex laterale juventino gli impedirebbe il cross in corsa con il destro e Manuel rientra con grande velocità sul sinistro e mette al centro un pallone non banale per la testa di Petagna e solo un Handanovic in versione deluxe impedisce il goal.
Nell’azione del secondo tempo, Asamoah lo controlla in maniera meno asfissiante ma ugualmente apprezzabile è il lavoro di Lazzari che va sul sinistro e tira una bordata poco distante dall’incrocio.
I dati statistici raccolti da whoscored.com parlano di tre passaggi chiave e di un apprezzabile 87% di precisione nei passaggi.

Altra gara manifesto delle capacità di Lazzari è l’impegno dei ferraresi nel pari interno contro il Cagliari.
I due goal dei biancoazzurri nascono da due diversi assist di Lazzari. Nel primo caso un cross alto con il destro per la testa dopo una triangolazione, iniziata dal terzino, con Antenucci.
Nell’azione del raddoppio, Lazzari mette una palla rasoterra per la giocata vincente di Antenucci.
In entrambe le azioni ciò che traspare è la cieca fiducia degli attaccanti nel lanciare il laterale in velocità, per le doti di smarcamento e di corsa non comuni dell’esterno che si appresta a diventare un calciatore della Lazio.
Manuel Lazzari ha caratteristiche che sarebbero perfette per il calcio di Simone Inzaghi.
La capacità di attaccare gli spazi, la facilità di corsa come già detto fanno pensare al Maggio degli anni migliori, con minore prolificità in zona goal ma con piedi più raffinati.

Il giocatore mostra anche una considerevole dose di cattiveria agonistica: in Roma-Spal, vinta a sorpresa dai ferraresi conquista un rigore furbo, sfruttando l’inesperienza del terzino Pellegrini, sulla solita sponda dalla trequarti di uno dei due attaccanti di Leonardo Semplici.

In tempi non sospetti, il tecnico Semplici dichiarava: “Può migliorare ancora, ha qualità fisiche e mentali. La sfida è andare in una squadra migliore della nostra. È partito dai dilettanti e si è sempre migliorato. Ha stupito tutti e spero che in futuro possa fare la carriera che merita”.

 

Marco Bruttapasta