Da qualche decennio a questa parte i talenti del calcio provengono quasi tutti dai vivai di squadre del centro-nord Italia. Impossibile credere che sia una casualità, più ragionevole è osservare tutti i punti che hanno portato al regresso per quanto riguarda il calcio a livello giovanile al sud.
Innanzitutto, in passato le società avevano più soldi da investire sui giovani talenti, mentre ora si cercano giocatori già fatti e maturi. Insigne è un’eccezione, unico prodotto di qualità che spicca in circa dieci anni di vivaio partenopeo. Imparagonabile quindi, a livello di calciatori formati nel vivaio, rispetto a club dell’alta Italia, come Milan, Inter, Atalanta o Juventus.
Dunque, rispetto ai colleghi settentrionali, le squadre del meridione non vantano certo cantere formidabili; neanche il Napoli, il club più ricco, spicca per numero di giovani calciatori formati, anzi, la formazione primavera stenta a competere con altre meglio organizzate citate in precedenza. Tutto ciò fermo restando che si intravede la luce in fondo al tunnel, in quanto le varie squadre under sono andate molto bene nei rispettivi campionati di categoria.
Inoltre, in un passato neanche troppo remoto molti giovani calciatori bravi del sud uscivano “dalla strada”. Con l’edilizia e le sempre minori opportunità per i ragazzi di giocare a calcio, contestualmente alla povertà di infrastrutture, le possibilità si riducono. Infrastrutture e opportunità che invece non mancano al centro nord. Come dimenticare le ordinanze che vietano di giocare in strada o in spazi all’aperto. Sempre meno partite all’aperto con palloni bucati, che finiscono sotto le macchine, con lattine o zaini come porte, pantaloni strappati, anziani che sequestrano la palla, etc… Molti spazi che fino a un po’ di tempo fa erano dedicati a ragazzini che giocavano al pallone sono oggi semivuoti. Da un lato si tutela la quiete pubblica, ed è giusto, ma dall’altro lato non si offrono valide alternative per poter giocare al pallone, con tutte le conseguenze del caso…
Inoltre, soprattutto al sud, purtroppo, ci sono forti sospetti per quanto riguarda la raccomandazione nel mondo del calcio, che privilegerebbe alcuni ragazzi a discapito di altri, a prescindere dalle prestazioni sportive.
Una teoria sposata anche dal noto procuratore Jean-Christophe Cataliotti, che afferma: “Una piaga tutta italiana è quella dei RACCOMANDATI, che trova nel mondo del calcio la sua massima espressione. Per giocare a calcio occorre conoscere (forse pagare?) l’allenatore, per fare gli osservatori in una società di calcio occorre essere introdotti da qualche amico, per fare i procuratori occorre essere raccomandati a DS e Presidenti. Bisognerebbe iniziare a dire BASTA! Che giochino a calcio i più bravi, che allenino allenatori non costretti a portare lo sponsor, che lavorino nelle società di calcio non solo i figli di papà!
Sempre ricorre, accompagnato alla parola sud, il vocabolo corruzione. Sempre più difficile scrollarsi di dosso quest’epiteto asfissiante. Dirigenti, allenatori, osservatori, fate in modo che almeno il calcio resti pulito, che i meritevoli vadano avanti, e i non meritevoli restino indietro, senza spinte nel mondo sportivo.
Andrea Lico

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione