Fino a pochi anni fa Kostas Manolas veniva considerato un calciatore inappetibile per un Napoli e un suo passaggio alla squadra del presidente De Laurentiis sarebbe stato considerando un downgrade. Nel 2014 e nel 2015 la Roma era davanti al Napoli, nelle due stagioni successive la dimensione era molto simile, mentre dal 2017-2018 la squadra giallorossa ha perso terreno.
Eppure lo scorso anno la Roma è arrivata in semifinale di Champions e con un arbitraggio diverso avrebbe lottato davvero per raggiungere la finale. Chiaro, situazione estemporanea, ma che ha fruttato una cascata di milioni dalla Champions e ha funto da passepartout per l’arrivo di nuovi sponsor internazionali. Il fatturato strutturale di Napoli e Roma è, pertanto, simile, ma in ogni azienda che si rispetti vanno considerati gli utili e le perdite. A riguardo, la società di De Laurentiis è messa molto meglio, in quanto le casse del Napoli scoppiano di salute. La Roma sta invece pagando lo scotto di alcuni investimenti sbagliati.
De Laurentiis e Pallotta non sono magnati, ma due imprenditori il cui patrimonio è comunque ben diverso, con Pallotta, noto come Mister Hedge Fund, che possiede una fortuna di una manciata di miliardi. Il presidente del Napoli ha invece un patrimonio che, secondo qualche stima riportata sul web, non supera i 300 milioni di euro. Sappiamo inoltre tutte le criticità nella gestione di una società calcistica a seguito dell’applicazione del Fair Play Finanziario.
Con il FPF De Laurentiis sta andando a nozze, rispettandolo alla lettera e beneficiando degli errori gestionali commessi in questi anni da rivali come Roma, Milan o Inter. Grazie ai conti a posto e a fortuna e intuizioni sul mercato, ADL è riuscito a mantenere la società a certi livelli. Il Napoli è riuscita poi a realizzare upgrade di anno in anno, aumentando il livello dei calciatori a disposizione. Le plusvalenze ci sono state, ma per decisione della società quando determinati calciatori erano ambiti da top club mondiali.
Discorso diverso per la Roma, che negli ultimi anni ha fatto sforzi sul mercato anche superiori a quelli del Napoli, ma proprio a causa di qualche investimento sbagliato si è ritrovata a fare plusvalenze entro il 30 giugno. Quest’anno non farà eccezione. Pallotta è contestabile, ma il FPF impone delle vendite. Manolas sarebbe potuto andare via due anni fa o anche lo scorso anno, ma probabilmente sarà venduto solo adesso.
Tra Sabatini (al quale non vanno negati comunque i meriti per ottime intuizioni) e Monchi troppi sono stati gli acquisti sbagliati che sono rimasti sul groppone. Elargire ingaggi così alti a giocatori non giovanissimi e difficilmente rivendibili è un grosso rischio. ADL è invece l’eccesso opposto: il presidente del Napoli sta prendendo per la gola la Roma, arrivando addirittura ad affermare che Manolas è avanti con gli anni (ne ha 28) e che la clausola di 36 milioni è alta (certi difensori impresentabili vengono valutati il doppio in Premier) nonostante un contratto a scadenza lunga.
Fatto sta che tre-quattro anni fa, nessuno avrebbe accettato uno scambio alla pari tra Manolas e Koulibaly, mentre adesso i due potrebbero fare coppia in difesa. Il Napoli è diventato un upgrade per Manolas, società che è andata più o meno di pari passo con la Roma per tanti anni.
Vero che chi non risica non rosica, ma questa situazione e questa linea di demarcazione tra Napoli e Roma sono state create proprio dal tipo di investimenti.

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione