Il Portogallo ha prenotato il biglietto per la finale inaugurale della Uefa Nations League di domenica prossima dopo il 3-1 alla Svizzera, maturato grazie a una tripletta di CR7.

La squadra di Vladimir Petkovic ha messo a dura prova Rui Patricio, ma i campioni europei hanno avuto la meglio grazie a una prestazione monstre dell’asso della Juve.

Dopo non aver partecipato ad alcuna partita dei gironi della Nations League per il Portogallo, il cinque volte vincitore del Pallone d’Oro ha timbrato il cartellino per tre volte al suo ritorno alla ribalta internazionale.

Tutte le attenzioni prima della partita erano rivolte sul giovane prodigio Joao Felix, l’erede designato al trono di CR7. La giovane età e l’emozione non si sono rivelate buone alleate, ragion per cui la scena è stata tutta del “vecchio” campione. CR7 ha segnato i suoi gol numero 86, 87 e 88 in nazionale, puntando a quota 100.

La nuova generazione di calciatori portoghesi di livello, nella quale includiamo anche i classe ’94 Bernardo Silva e Bruno Fernandes, è come i pianeti che ruotano attorno al sole, un sole di 34 anni che risponde al nome di CR7 e che non accenna a tramontare.

Joao Felix che è appunto l’erede designato, ma ne dovrà mangiare di pane per avvicinarsi a certi livelli. L’etichetta gli è stata attaccata troppo in fretta, così pure il prezzo è eccessivo. Un altro anno al Benfica gli farebbe bene, considerando che è alla prima stagione con la squadra principale.

Il Portogallo è pertanto una squadra dotata di grandissima tecnica e di giocatori tecnici, agili e rapidi a giostrare vicino all’asso CR7, ma giovani come Joao Felix, classe ’99, non vanno caricati di troppe aspettative. Parliamo di un giovane con enormi margini di miglioramento, ma che non è né precoce né forte come Mbappé: all’età di Joao Felix, ovvero lo scorso anno, il francese ha vinto un mondiale da protagonista e veniva già da due stagioni di Champions alle spalle.

 

Vincenzo Di Maso