Diego Milito era un attaccante che aveva giocato poche partite a certi livelli nelle coppe fino ai 30 anni. Appena due presenze in Coppa UEFA con il Saragozza e zero gol.

Ma si sa che vi sono calciatori che esplodono tardi, oppure che non hanno l’opportunità della vita fino a una determinata età, ed era il caso di Diego Milito.

Il principe del Bernal era arrivato in nerazzurro nel grandioso mercato 2009, nonostante qualche mugugno per la cessione di Zlatan Ibrahimovic. Insieme a lui arrivarono gente del calibro di Eto’o, Sneijder e Lucio, che contribuirono alla conquista dei tre storici trofei.

Diego Milito, dopo il suo secondo gol nella finale al Bernabeu, era scoppiato in lacrime, mostrando tutta la sua umanità e genuinità. Solo qualche mese prima, El Principe non aveva mai giocato una partita di Champions e quel 22 maggio aveva segnato una splendida doppietta nella partita più importante della sua carriera, fino a quel punto ricca di gol ma mai arrivata a certi livelli.

Eto’o trova Milito, vanno avanti i due attaccanti principi dell’Inter… Milito: una finta, in area! Ancoraaaa! El Principe! Diego Milito! La firma probabilmente lui questa finale, questa coppa! È due a zero, El Principe diventa re, nella notte di Madrid!

Massimo Marianella, finale della 55esima Champions League, Madrid, 22 maggio 2010

Un trionfo che in panchina porta il segno di José Mourinho e in campo proprio di Milito. Un ragazzo che ha fatto della voglia, dell’abnegazione e del duro lavoro i propri cavalli di battaglia.

L’Inter attuale non ha un Diego Milito, ma un centravanti che, pur avendo segnato 124 gol in 6 stagioni (tra l’altro circa 20 gol in media a stagione non sono numeri da bomber di livello mondiale), ha sempre creato problemi e non ha inciso come era lecito aspettarsi. Un Mauro Icardi che viene idolatrato da molti, interisti e non, che lo esaltano in base ai freddi numeri. Questo folle paragone viene azzardato non tanto per adesso, ma in vista del futuro. Si dimentica tuttavia che il marito di Wanda Nara gioca all’Inter da sei stagioni, senza essere quasi mai stato decisivo, mentre Diego Milito ha inciso a livelli mondiali.

Icardi avrà anche altri anni davanti a sé, ma senza il giusto atteggiamento è durissimo solo pensare che possa avvicinarsi alle mitiche gesta di Milito, colui che da principe divenne re.