Il valore dei diritti TV per i club di Premier League è salito dell’8%, passando a 9,2 miliardi di sterline (oltre 10 milioni di euro per il prossimo triennio. Da anni vi parliamo della potenza degli accordi per i diritti tv stipulati dai club di Premier.
Nonostante un leggero calo per quanto riguarda i domestic rights, l’amministratore delegato ad interim Richard Masters ha dichiarato che gli overseas rights sono aumentati del 30%!
Masters ha affermato che le società estere in grado di trasmettere tutte le 380 partite in stagione pagheranno ben 4.2 miliardi di sterline per il triennio 2019-2022, a fronte dei 3,1 miliardi pagati nel triennio che sta per concludersi.
Masters ha dichiarato al FT Business of Football Summit che i domestic rights sono scesi da 5,4 a 5 miliardi di sterline nonostante saranno trasmesse 200 partite dagli emittenti britannici a fronte delle 168 per il triennio 2016-2018. Amazon diventerà inoltre la prima società a trasmettere partite in streaming.
Questa è invece la suddivisione per le 20 squadre per il campionato appena concluso:
Come si evince, la distribuzione è assolutamente equa e anche le ultime percepiscono circa 100 milioni di sterline. Una buona fetta è divisa in parti uguali, mentre tra l’ultima delle top 6 e la settima si registra una differenza minima. Questi dati non fanno altro che dimostrare il perchè la Premier è avanti. Molti asseriscono che le piccole guadagnano molto perchè la torta da spartire è minima, mentre in realtà a livello proporzionale la differenza è poca. Questo consente a tantissime squadre di poter costruire una squadra competitiva, abbatte certe differenze e fa regnare l’equilibrio.
Capolavoro economico e gestionale di un sistema all’avanguardia, che potremmo semplicemente copiare, almeno in termini di gestione e proporzioni, ma rimaniamo sempre ancorati a una mentalità vetusta e da dinosauri.
Vincenzo Di Maso
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione