La notizia dell’addio alla Roma di Daniele De Rossi è stato un fulmine a ciel sereno: sarà che ultimamente i giornali davano per scontato il prolungamento per un’altra stagione del capitano giallorosso, il comunicato uscito alle 8.30 e, soprattutto, la conferenza stampa del giocatore, hanno fatto chiarezza sull’intera vicenda.
Il giocatore che, da grande signore, ha accettato in modo amaro, ma rispettoso la decisione, ma ha tenuto a precisare che non gli sono piaciute le modalità e le tempistiche con le quali si è arrivati a queste decisioni e che fosse stato per lui, sarebbe rimasto a concludere la propria carriera nella squadra di cui era l’uomo simbolo.
La stagione corrente ha visto De Rossi perseguitato dai continui guai fisici, ma ogni volta che è stato chiamato in causa, ha quasi sempre fornito gare di ottimo livello e sopratutto a livello ambientale, il suo apporto non è mai mancato.
Vero che del lato tecnico se ne è sempre occupato il DS di turno ed essendo andato via Monchi ai primi di marzo, il vuoto di potere ha portato ad una certa confusione societaria che non può essere una giustificazione, specie quando l’interessato è un giocatore come De Rossi che a suo dire, è stato ignorato fino alla giornata di ieri, in cui Fienga gli ha proposto un ruolo nel management societario, senza aprire minimamente alla possibilità di poter continuare la carriera da calciatore.
Sarebbe bastato un gesto, anche simbolico, con un ingaggio molto basso per accontentare il capitano giallorosso, anche a livello di riconoscenza di prospettargli la possibilità di continuare o per lo meno, di aggiornarlo anzitempo sul suo futuro.
Come nel 2017, anche quest’anno, la società ha confermato che senza il DS non ci sono figure in grado di prendere in mano la situazione e gestire situazioni bollenti.
Sono stati fatti parallelismi con la situazione Del Piero, ma la Juventus a differenza della Roma attuale aveva anteposto il ritorno ai trofei per affrontare un addio tanto doloroso.

 

La squadra giallorossa sta concludendo una delle stagioni più deludenti dell’ultimo quinquennio che probabilmente vedrà la squadra capitolina estromessa dalla prossima Champions League e, complici le solite voci di smobilitazione e il rifiuto di Conte, l’umore dei tifosi non è certo dei migliori.
Digerire un addio del genere non sarà facile e ci domandiamo come la società intenderà riconquistare la fiducia dei propri tifosi dopo un’insieme di errori conclamati sia a livello tecnico che a livello di scelte comunicative, una delle grandi pecche della Roma americana.

 

Giacomo Cappellin