Daniele De Rossi è un calciatore che non entrerà nella storia del calcio mondiale, ma solo perché non ha voluto. E non lo ha voluto non perché ha condotto una vita dissoluta e non da professionista. Al contrario, Daniele De Rossi è stato, è tuttora e sarà un professionista esemplare. Semplicemente Daniele De Rossi ha sposato la squadra della sua città. Daniele De Rossi ha dichiarato che altrove avrebbe potuto fare incetta di titoli nazionali e vincere varie Champions League, ma ha deciso di restare.
E Daniele De Rossi è rimasto alla Roma quando il campionato italiano non era più il più ricco al mondo, tantomeno il più bello. Quando la Roma aveva difficoltà economiche e lottava per un posto in Europa League/Coppa UEFA, lui ha deciso di restare, non abbandonando la nave. E le offerte non gli sono mai di certo mancate.
Tutti dovrebbero ringraziare questo calciatore unico per il suo attaccamento alla maglia, capitano di mille battaglie, spesso sceso in campo mezzo infortunato e che ha sempre gettato il cuore oltre l’ostacolo.
Daniele De Rossi ha difeso i colori della sua squadra, della sua città prima di tutto e tutti. Una Roma alla quale ha potuto dedicare solo una carriera, l’unico suo rimpianto, come ama affermare. E dopo oltre 600 partite, mille battaglie e qualche trofeo, Daniele De Rossi lascerà gli amatissimi colori giallorossi.
I trionfi sono stati pochi con la maglia della Roma, l’ultimo dei quali risale al 2008, ma a Daniele De Rossi interessa poco. A lui che a questa maglia ha dato tutto: amore, sorrisi, grida, lacrime, sangue e orgoglio. De Rossi sarà un’icona del romanismo e, ancora più di Totti, è stato vicino al tifo giallorosso, il tifo che popola lo stadio. De Rossi è stato un tutt’uno con le persone, con la Roma e con Roma.
Fa strano che tra pochi giorni non lo rivedremo mai più con quella maglia numero 16 al centro del campo, a sbranare emozioni e a disegnare geometrie. A 36 anni Daniele De Rossi lascia la Roma senza il rimpianto di non aver vinto uno scudetto o una Champions, bensì con quello di non aver potuto dedicare più carriere a quella maglia che è per lui una seconda pelle.
E intanto il trofeo più importante lo ha vinto. Ricordiamo con orgoglio e petto gonfio quel mondiale vinto dalla nostra nazionale nel 2006, con un 23enne Daniele De Rossi che mise a segno una delle reti contro la Francia nei rigori finali.
De Rossi sarebbe potuto diventare come Gerrard o Lampard, o ancora più forte, ed essere ricordato tra i migliori centrocampisti della storia, ma lui ha preferito entrare invece nella storia della sua città. E per la maglia giallorossa sarà eterno…

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione