Vincent Kompany: “Sentivo un po’ di frustrazione perché tutti mi dicevano di non tirare e io li sentivo, Ho pensato di aspettare un attimo, e credo di non essere arrivato così al capolinea della mia carriera al punto tale che i compagni più giovani mi potessero dire di non tirare. Un giorno dissi ai miei compagni che prima o poi avrei sviluppato un buon tiro e ieri lo ho dimostrato“. E il belga ha avanzato, non curante dei consigli dei compagni, insaccando un gol stupendo. La difesa del Leicester è stata a guardare, ma Kompany ha tirato una bordata precisissima e di rara coordinazione.

E dire che Kompany non ha segnato neanche tantissimo con il City, ovvero 18 gol in 264 partite, classica media da difensore senza il vizio del gol. E la sua carriera sembrava essere sul viale del tramonto, visti i continui problemi fisici che lo hanno tormentato. Nelle ultime quatto stagioni ha difatti giocato molto poco e non per scelte tecniche.

Contro il Leicester aleggiava un’aria strana, la classica aria della beffa di fine stagione. Il Leicester era ben messo in campo e il City era stato sfortunato in varie occasioni. Guardiola vedeva i fantasmi di una stagione che rischiava di riservargli un’altra bruttissima sorpresa dopo l’eliminazione dalla Champions ad opera del Tottenham. Dopo quasi tre quarti di partita il tabellino recitava ancora 0-0 e in classifica il Liverpool aveva un punticino di vantaggio. Per la prima volta nella storia della Premier, le prime due avranno superato i 90 punti. Il calcio è ingiusto e una delle due dovrà soccombere. Con ogni probabilità, a trionfare sarà invece il Manchester City e il tiro di Kompany dovrebbe essersi rivelato decisivo.

In Inghilterra nessuno regala nulla. Nel finale di stagione le insidie e i trappoloni sono dietro l’angolo e una squadra in salute ha tutte le possibilità di rovinare i piani di una big. E il Leicester ci stava riuscendo. Poi è salito in cattedra il capitano di mille battaglie. Kompany ha vinto tre Premier e una FA Cup, e in una di queste Premier (quella del 2012, con gol finale di Aguero) fu determinante segnando il gol decisivo (di testa in quel caso) nel sentitissimo derby contro lo United.

Kompany è un vero capitano, un calciatore dal cuore enorme, che ieri si è preso una responsabilità fondamentale, come un cestista chiamato alla bomba da tre più importante delle finali NBA, una palla in questo caso non a spicchi, ma che era roventissima. E lui l’ha depositata alle spalle del pur strepitoso Kasper Schmeichel, scaricando un destro potentissimo e precisissimo.

 

Vincenzo Di Maso