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Il Napoli si appresta a chiudere la stagione con un probabile secondo posto e la qualificazione alla prossima edizione della Champions League, dopo un’annata da sei, senza né infamia né lode. O meglio, la prima parte della stagione di Ancelotti era stata di livello molto alto, sulla falsariga di quella di Sarri. Il superamento del girone di Champions è stato solo sfiorato, ma il Napoli aveva lottato alla pari con due giganti e se l’arbitro avesse estratto il sacrosanto rosso per Van Dijk probabilmente sarebbe passato. Il 2019 è stato invece molto deludente…

Un anno fa, la squadra guidata da Maurizio Sarri aveva espugnato l’Allianz Stadium, espugnando per la prima volta il nuovo stadio della Juve. Una vittoria fondamentale per lo scudetto, non arrivato perché alla successiva i bianconeri vinsero in maniera rocambolesca a San Siro contro l’Inter, non senza una certa dose di fortuna.

Sarri non ha poi rinnovato e ADL ha cacciato il coniglio dal cilindro, ingaggiando Carlo Ancelotti. Il gruppo dei 91 punti non è stato sfaldato. L’unico titolare ceduto è stato Jorginho, sostituito da Fabian Ruiz. Dopo un precampionato tribolato, il girone d’andata è stato ottimo, con 44 punti ottenuti, disputando un grandissimo girone di Champions. Pertanto, il 2018 è stato concluso come era iniziato, nonostante il cambio del tecnico. Una stagione da 8,5, nella quale è mancato solo l’acuto, con la componente sfortuna che è stata determinante sia in campionato che in coppa.

Il cambiamento radicale è invece arrivato in inverno, dove c’è stato quasi un crollo e non si è capito più nulla. Determinanti sono state le folli cessioni di Hamsik e Rog che, unite all’infortunio di Diawara, hanno costretto il Napoli a giocare con tre centrocampisti, spesso tutti e tre impiegati contemporaneamente, per parecchi mesi. L’infortunio di Albiol ha ovviamente influito, in quanto Maksimovic da centrale è lontanissimo dai livelli dell’ex Real Madrid.

Quali sono i calciatori che hanno reso meno?

Ribadiamo il discorso: la prima stagione di Ancelotti va divisa in due fasi, la prima sicuramente ottima, la seconda altamente deludente. Ad esempio, Insigne sembrava aver fatto un ulteriore salto di qualità giocando da seconda punta, mentre nel girone di ritorno, tra mugugni, mal di pancia, problemi fisici e attriti con i tifosi, le sue performance sono crollate. Mertens è tra i pochissimi che hanno reso meglio nel 2019, mentre Allan ha inevitabilmente risentito delle voci di mercato. Il brasiliano ha disputato una stagione a due volti, ancor più di Insigne.

Mario Rui è stato tanto criticato, venendo trattato come un terzino da Empoli, ma ha mostrato gli stessi pregi e gli stessi difetti dell’annata con Sarri e della prima parte di stagione con Ancelotti. Quando la squadra ha smesso di funzionare, i suoi errori hanno risaltato di più. Koulibaly è stato meno dominante e devastante da quando non ha avuto più la guida Albiol come compagno di reparto. Pertanto, il suo leggero calo è legato, in maniera preponderante all’assenza del compagno di reparto.

Hamsik, ago della bilancia?

Marek Hamsik non era più il giocatore ammirato qualche anno fa. Eppure, l’addio dello slovacco è stato la causa scatenante dei problemi del Napoli. In primo luogo, l’addio di due centrocampisti, tra cui Hamsik, ha ridotto all’osso il reparto nevralgico. Ancora non riusciamo a capacitarci di questa folle scelta. In secondo luogo, Hamsik garantiva esperienza, tecnica, conoscenza del sistema di gioco del Napoli, giocate e riferimento a centrocampo. Unito all’addio di Jorginho, quello dello slovacco è stato determinante.

Come rimettersi in carreggiata

La base del Napoli è ottima, ma vanno aggiunti elementi. L’Arsenal non è stato trascendentale, ma il Napoli è arrivato malissimo alla sfida, non dando mai l’idea di potersi qualificare. Al ritorno l’arbitro Hategan ha commesso vari errori a sfavore della squadra di Ancelotti, ma questo Napoli ha avuto così tanti problemi che non è possibile certo addebitare l’uscita dall’EL alle decisioni arbitrali. A giugno servirà un centrale più giovane di Albiol da affiancare a Koulibaly, almeno un terzino di livello, due centrocampisti e l’eventuale sostituto di Insigne e/o Mertens. Ci saranno cessioni, ma il difensore senegalese dovrebbe rimanere, forse anche da capitano, e il ricavato sarà altissimo. Il Napoli, tuttavia, non deve farsi del male da solo. Da troppi anni il mercato di gennaio viene condotto in maniera folle e insensata…