Milan-Lazio è una sfida ancora aperta. Il brutto gesto della coppia Kessiè-Bakayoko è ancora d’attualità, dato che è notizia di oggi la mancata sanzione nei loro confronti. Semplice ammenda di 10mila euro per il centrocampista ex Atalanta, coinvolto insieme ad altri compagni nella rissa finale. Nessun provvedimento invece per quanto riguarda il gesto di scherno nei confronti del Laziale Acerbi. Probabilmente, le scuse arrivate tramite una telefonata di Bakayoko al difensore laziale il giorno dopo l’accaduto hanno ammorbidito il giudice sportivo Pecoraro.
Il giudice sportivo Giuseppe Pecoraro.
Rimane comunque una situazione complicata, che sicuramente fa discutere tutti i tifosi. Il gesto dei due milanisti, a nostro avviso andava sanzionato con almeno una giornata di squalifica. Il motivo è molto semplice. Mostrare ai propri tifosi la maglia di un avversario, che tra l’altro aveva cercato di porre fine a una questione nata alcuni giorni prima sui social, come fosse un vessillo di guerra va contro i valori dello sport. Un atteggiamento completamente sbagliato, dato che fomenta inutilmente i propri tifosi e sopratutto i più giovani, che vedendo quella scena poi magari la ripeteranno.
Certo, l’ex centrocampista di Chelsea e Monaco ha prontamente chiesto scusa, ma questo non basta per cancellare un episodio a dir poco vergognoso. La mancata sanzione crea un precedente molto pericoloso, perché da oggi in poi potrà essere considerato impunibile un gesto simile. Ancora una volta la giustizia sportiva ha peccato di coraggio, aumentando notevolmente, invece che eliminare, il dibattito con la scelta di non agire. Lo stesso discorso si può fare per i cori o gli atti razzisti presenti nei nostri stadi, che il giudice difficilmente ha sanzionato con forza. Insomma, occorre necessariamente una riforma della giustizia sportiva, perchè astenersi dal prendere posizioni forti va contro la logica di tale istituzione.
Gianluca Imparato.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione