Abbiamo da tempo appurato che Monchi ha fatto più danni della grandine alla Roma. Lo spagnolo, ritornato al Siviglia dopo due deludenti stagioni in giallorosso, lascia in eredità una Roma assolutamente da ricostruire. L’ennesima rivoluzione sembra inevitabile, ma dopo il prossimo stravolgimento sarà fondamentale trovare continuità.
La condizione mentale della squadra non sembra dare alla Roma grosse possibilità di centrare il quarto posto. Gli unici alleati potranno essere il calendario e le incertezze di chi precede. Il Milan ha limiti tecnici e si è rotto qualcosa dopo le ultime polemiche, la Lazio si è compattata ed è maturata ma non ha una rosa lunga, l’Inter ha problemi interni e un calendario tosto. Il problema è che la Roma attuale rischia di perdere nuovamente punti in partite sulla carta non difficili.
In caso di mancata qualificazione alla prossima edizione della Champions League il mercato dovrà essere condotto all’insegna del risparmio e saranno necessari vari sacrifici economici. Il rischio di perdere un pilastro come Manolas, previo esercizio della clausola da parte di un acquirente (Juve in netto vantaggio), è altissimo e obbligherebbe la società a dover cercare due difensori titolari.
Parlare di nuovo tecnico è prematuro. Posto che la conferma di Ranieri non è contemplata, si stanno facendo tanti nomi, da Sarri a Gasperini, passando per Mazzarri.
Oltre a Manolas e Dzeko, sicuri partenti, c’è il rischio di dover sacrificare un elemento giovane che possa portare nelle casse tanti soldi. Il maggior indiziato è Cenzig Under. A quel punto la dirigenza dovrebbe poi provare a sbolognare i flop Nzonzi e Pastore, cercando di limitare i danni in termini di minusvalenze. In difesa le opportunità sul mercato non mancano. Due nomi che vengono in mente, fermo restando la concorrenza, sono quelli di Izzo e Andersen. A sinistra Kolarov sembra in grado di poter giocare un altro anno, mentre Luca Pellegrini potrebbe tornare alla base. A destra la squadra è sufficientemente coperta, mentre va preso ovviamente un portiere. Olsen anche ieri ha dimostrato di essere altamente inaffidabile.
A centrocampo ci sono tanti vertici alti, ma manca un vertice basso che possa raccogliere l’eredità di De Rossi.
In attacco, con il probabilissimo addio di Dzeko va presa una punta. Duvan potrebbe essere una soluzione, ma il colombiano dell’Atalanta ha attirato su di sé gli interessamenti di tante società.
Zaniolo e Kluivert ambiscono ad essere titolari, così pure El Shaarawy, mentre anche il ciclo di Perotti dovrebbe essere finito.
Ad oggi è prematuro dire quanti soldi frutteranno le cessioni, ma perdere calciatori come Manolas, Dzeko e Under, oltre all’esborso per un portiere di livello, obbligherà la società a dover investire per trovare elementi all’altezza. Pertanto, la scelta giusta dovrebbe essere quella di puntare su un tecnico bravo a insegnare calcio e a valorizzare gli elementi più giovani.

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione